“Amanda”

Prima un braccio, poi l’altro e infine le gambe fu così che imparò a nuotare Amanda all’età di sei anni.
Trattenere il respiro per poi immergersi cercando di rimanere in apnea per almeno dieci secondi, Amanda lo sperimentò a sette anni. Dagli otto in poi apprese gli stili del nuoto: delfino, dorso, farfalla, rana e crawl.
Adesso a vent’anni, Amanda sogna di entrare a far parte della nazionale di nuoto. Un sogno che rischia di infrangersi a causa di un’operazione al nervo ascellare andato male.

Sono passati mesi da quell’incidente, dove rischiò di perdere la vita ma per fortuna i soccorsi arrivarono qualche secondo prima che l’auto prendesse fuoco.
Bastava quel secondo in più e lei non ce l’avrebbe fatta.
È questo che sua madre le dice ogni volta che si lamenta di essere rinchiusa in una gabbia.
Vuole uscire.
Vuole nuotare.
È uno spirito libero Amanda e quello non sarebbe mai cambiato.

Sbuffa annoiata su quel letto d’ospedale in attesa dell’ennesima operazione alla spalla.
Guarda fuori dalla finestra e nota il cielo limpido, sogna di essere immersa nell’acqua cristallina a nuotare da una parte all’altra senza mai fermarsi.
Ha sempre amato nuotare in mare. Quell’immensa distesa azzurra le regala una sensazione di libertà assoluta. Si sente la regina del mondo ogni volta che è immersa in acqua.
Avrebbe pagato oro per poter essere là in quel momento e non in una bianca stanza d’ospedale.
Non può muoversi.
Il medico è stato chiaro se solo prova a nuotare, rischia di ledere ancora di più il nervo.
E la sua carriera sarebbe finita ancora prima di cominciare.
Ed è costretta ad aspettare lì, in quell’ospedale, con un’immensa angoscia e paura.

François, il suo amico italo-francese di mille avventure e sventure, le dice sempre: Tu es fort!
Però Amanda non ci crede per niente.
All’età di sedici anni vinse una gara amichevole contro il suo mito, Samantha Pallidi.
E da allora è diventata la più temuta nel mondo del nuoto e François l’ha soprannominata forteresse.

Il giorno dell’operazione è vicino. Amanda passa la serata a leggere un libro in attesa che la sua ansia si plachi in modo da riposare per bene, così d’affrontare la giornata successiva al meglio.
Alle ore 9:00 un’infermiera entra nella stanza per preparare Amanda ad affrontare l’operazione.

Sono passate due settimane dall’operazione e Amanda si appresta a uscire dal Policlinico con un sorriso enorme e con la voglia di spaccare tutto.
Prima di tornare a nuotare però, deve fare riabilitazione e il desiderio di ricominciare al più presto non la fa stare più nella pelle.

È una mattina d’inizio autunno quando Amanda e François varcano la soglia dell’ingresso della piscina comunale.
La prima con un sorriso enorme tanto da far sorridere Teresa, la vecchia receptionist che ha visto crescere Amanda e ormai la considera più come una nipote che come una cliente, mentre François è un po’ contrariato della decisione presa dalla sua amica.

Sono passate poche settimane da quando Amanda ha iniziato la riabilitazione ed è presto, secondo lui, riprendere a nuotare ma la ragazza si è intestardita e ha costretto il povero François ad accompagnarla.
“È una mauvais idea.” le ripete da quando hanno preso il bus per raggiungere la piscina.
“È una grandissima idea, invece.” risponde a tono Amanda per poi fargli la linguaccia.
Quei due ragazzi sono così: apprensivo e premuroso l’uno, determinata e irrequieta l’altra, ma, nonostante i loro caratteri così opposti, si vogliono bene e ci sono l’uno per l’altro.

François guarda Amanda avvicinarsi allo spogliatoio e la ferma prima che possa entrarvi.
“Non fare pas efforts!” le raccomanda.
Annuisce e gli accarezza una guancia per rassicurarlo prima di andare a cambiarsi.
Nello spogliatoio Amanda si ferma davanti al suo armadietto e prima di aprirlo, respira l’aria che impregna la stanza. Sono le dieci di una domenica mattina e lo spogliatoio profuma ancora di detersivo con una nota di cloro che si sente nelle vicinanze.
Non perde altro tempo e inizia a spogliarsi e indossare il suo costume intero blu con ricami rossi e gialli coordinato alla sua cuffia.


Quando mette piede in piscina, quasi piange dalla felicità. Inizia a stiracchiare i muscoli delle braccia e contemporaneamente chiude gli occhi e respira. Un odore che nonostante è così pungente per il suo olfatto sensibile, le è terribilmente mancato.
“Sei tornata.”
Si gira verso la voce e vede il suo allenatore, Gianni Forti, avvicinarsi.
“Già. Sono tornata.” e gli sorride.
Il mister ricambia il sorriso e le stringe un braccio come incoraggiamento, per poi allontanarsi.

Amanda si avvicina alla postazione e prima di indossare gli occhialini, gira la testa verso gli spalti alla ricerca di François e lo trova in prima fila che la guarda.
Alza la mano in segno di ok e François le sorride per poi ricambiare il segno.
È il loro modo di supportarsi a vicenda.
Amanda si mette gli occhialini e si prepara per fare il tuffo.
Il tempo di contare fino a tre, e lei è già in acqua.
Lo stile libero è il suo asso forte.
Nuota e non si ferma.
François dalla prima fila la guarda e rimane colpito nel notare che non sta avvertendo nessun affaticamento.
Non sembra nemmeno abbia subito un incidente e in seguito un’operazione.
È la stessa ragazza di sempre.


Amanda esce dall’acqua e vedendo il tabellone del tempo alza le braccia in aria in segno di vittoria e sorride.
40”50. Ha superato il suo ultimo record.
Guarda François e ride.
Una risata che dimostra tutta la sua felicità.
Ce l’ha fatta. È riuscita a nuotare senza avere problemi.
Ora le aspetta lo step più importante.
Nuotare in mare!
E Amanda avrebbe messo tutta se stessa per raggiungere quell’obiettivo.

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