“Blu” – Giorgia Tribuiani


Voto: 5 stelle / 5

“Blu” è il secondo romanzo dell’autrice abruzzese Giorgia Tribuiani, pubblicato da Fazi editore nel 2021, anzi esce proprio oggi, 25 marzo. Docente di scrittura creativa (la Bottega di narrazione, Penelope Story Lab) affascinata dal perturbante, ha esordito tre anni fa con “Guasti” (Voland 2018) e tra le altre esperienze editoriali ha partecipato all’antologia “Abruzzesi per sempre” (Edizioni della sera 2018). Della stessa autrice abbiamo recensito anche “”Padri“.
Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale omaggio.

Trama di Blu

La protagonista di “Blu” è Ginevra, una “bambina enorme di diciotto anni” con problemi di personalità, ossessionata dalla ricerca di una sua dimensione. Ha bisogno di essere vista, di sapersi nel cuore degli altri, e per questo finisce per attribuire alle azioni – specie le sue – significati gravi, definitivi, ma per lo più inesistenti.

“Guardi la mano destra, e mentre osservi le (feritoie) ferite, ti viene in mente una frase di Picasso – Quando non ho più Blu metto del rosso – e anche che Ginevra è rinata, e che pure non ci tornerai mai più”

“Blu” è un romanzo ambientato a Bologna e a Roma, con una tenera incursione nell’Abruzzo delle bottiglie estive di salsa di pomodoro. La protagonista è fragile, insicura, piccola come quella dell’immagine di copertina, da calmare in un abbraccio. Per mantenere l’autocontrollo si mette a contare e ha paura della corruzione dei colori.

La sua vita e la difficoltà a lasciarsi andare subiscono un colpo importante con la scoperta della performance art e di un’artista molto bella e all’apparenza irraggiungibile.

Recensione

“Blu” è la prova di come una tecnica di scrittura possa farsi strumento prezioso di perlustrazione e scavo. La narrazione è condotta in seconda persona singolare con alcuni flashback in prima persona singolare e ci fa sentire come quando fissiamo quei gorghi che si formano nel fondo di una vasca da bagno. Giriamo in circoli viziosi nella mente della protagonista, presto iniziamo a pensare come lei, a rimuginare su un ricordo di quando avevamo due anni e che non riusciamo ancora a perdonare, a indagare quel senso di abbandono che sicuramente almeno una volta ci ha invasi.

“Dunque alzati, Blu, e scendi in strada. La mamma dorme già. Scarpe ai piedi, prendi i fiori, non sbattere le porte. Rientreremo presto. Vai, Blu, e oh che bella che sei. Scendi le scale con un mazzo di mimose e margherite e rose e gigli secchi: la performance di una principessa che ha perduto la sfida col tempo.”

È un romanzo di formazione molto interessante già solo per come è scritto. Consigliato!

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