“Caino” – José Saramago


Voto: 5 stelle / 5

José Saramago (1922-2010), scrittore portoghese premio Nobel per la letteratura nel 1998, presenta una delle figure bibliche più cattive, forse il cattivo per eccellenza, più cattivo di Giuda, colui che è arrivato a uccidere il fratello: Caino. Di José Saramago abbiamo recensito anche “Il racconto dell’isola sconosciuta“, “Memoriale del convento“, “Saggio sulla lucidità“, “Le intermittenze della morte“, “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” e “Cecità“.


Copertina "Caino"Trama

La figura che ne viene fuori, però, non è la stessa che si legge nel vecchio testamento. Caino viene presentato come una vittima della cattiveria di Dio, il quale, rifiutando un suo dono mentre elogia quello di Abele, scatena la sua ira spingendolo ad uccidere il fratello.

Per tutto il romanzo, Caino diventa il giudice di Dio, dopo esser stato da lui ingiustamente giudicato: la tesi universalmente conosciuta dai credenti viene sovvertita, Dio non è buono e giusto, non ha nessuna delle qualità morali necessarie per governare l’umanità.

È un Dio insicuro, un Dio che chiede continue conferme ai suoi fedeli più devoti mentre, tentato dal diavolo, dubita della loro fede: chiede ad Abramo di sacrificare il suo unico figlio e priva Giobbe dei suoi figli e di tutti i suoi averi per avere prova della loro fede incondizionata.

Non è un Dio giusto un Dio che non esita a radere al suolo Sodoma senza avere alcuna pietà per quegli abitanti che non avevano commesso alcun peccato, per i bambini ancora all’oscuro di qualsiasi forma di peccato.

Recensione Caino

Saramago narra argomenti imponenti con uno stile che li rende comprensibili e alla portata di tutti: con leggerezza e tanta ironia fa luce sulle vicende narrate nel vecchio testamento, rendendole accessibili, di facile comprensione.

È come se un teologo pagano vicino agli uomini e non a Dio spiegasse i temi biblici più noti in una versione nuova, meno ultraterrena e molto più pratica.

Saramago racconta di Dio puntandogli il dito contro, lo rende umano e peccatore almeno quanto buona parte di quell’umanità che ha creato a sua immagine e somiglianza.

Non è un libro molto lungo, ma la lettura mi è risultata abbastanza impegnativa per l’intensità degli argomenti trattati e per la quasi assenza di punteggiatura: il discorso diretto non è indicato né da trattini né da virgolette, solo la lettera maiuscola ad indicare il mutamento nel personaggio che parla. Questa tecnica rende il dialogo più vivo, lo priva totalmente di pause e spinge a tenere ben viva l’attenzione su chi sta pronunciando quelle parole. È impossibile distrarsi!

Commenti