“Cambio di rotta” – Elizabeth Jane Howard


Voto: / 5

Questo romanzo, Cambio di rotta, pubblicato per la prima volta nel 1959, è apparso in Italia nel 2018, edito da Fazi, nella traduzione di Manuela Francescon.


Trama

Emmanuel Joyce scrive opere teatrali, è un uomo di successo a cui la moglie, Lilian, malata di cuore, perdona le numerose scappatelle con attrici e segretarie, l’ultima con Gloria, che viene ritrovata priva di sensi nella vasca bagno: è così che inizia il romanzo.

Jimmy Sullivan è il suo braccio destro, ma è Lilian a trovargli una nuova segretaria, dopo l’incidente di Gloria, si chiama Alberta ed è una diciannovenne senza alcuna esperienza, ma con tanta umiltà e voglia di far bene.

Emmanuel e Jimmy stanno avendo grosse difficoltà a trovare l’attrice per il ruolo femminile dell’ultima opera di Em. Sembra che in Inghilterra non ci sia un’attrice adatta al ruolo, così hanno deciso di volare alla volta di New York. Sarà Alberta a dare il suo fondamentale contributo per trovare l’attrice adatta.

 

Recensione Cambio di rotta

Ho apprezzato molto il parlare in prima persona dei personaggi, Jimmy, Lilian e Alberta nei capitoli che portano il loro nome narrano i propri accadimenti e i propri pensieri in prima persona. È una tecnica che trovo sempre molto efficace per entrare pienamente nel personaggio, per comprenderne ogni piccola sfaccettatura, come fosse un amico. Questo non accade, però, per Emmanuel.

Ho avvertito tutta l’angoscia di Lilian, la depressione legata alla morte della figlia e accentuata dal suo cagionevole stato di salute, la paura di allontanarsi dal marito, che non riesce a tenere legata a sé, perché non riesce a lasciar andare il ricordo della figlia.

Ho avvertito l’ingenuità di Alberta, il suo meravigliarsi del mondo che non conosce, a cui si affaccia per la prima volta tenendogli perfettamente testa, il benessere che le procura questa sua capacità di incantarsi dinanzi a ogni novità. Benessere che trasmette a chi le sta intorno, prima tra tutti Lilian, che non esita a proporla come segretaria al marito, colpita dalla sua purezza e tranquillizzata dalla sua evidente mancanza di interesse e propensione nel sedurre gli uomini.

Molto suggestive le descrizioni della Grecia dove il quartetto di amici va in vacanza nella seconda parte del romanzo, anche se alcune volte le ho trovate troppo fantastiche, nel senso che non sono riuscita a ricreare nella mia mente i paesaggi che l’autrice descriveva.

Alberta è una scoperta per Emmanuel, per Jimmy e per il lettore: la sua semplicità, il suo non essere costruita, ma assolutamente spontanea diventa l’antidoto che scuote da noiose abitudini divenute prive di senso.

Alberta fornisce ad Emmanuel la chiave di lettura di Clemency, la protagonista della commedia da lui scritta: non dà valore al suo successo, al potere che ha sui suoi ammiratori, “per lei contengono tante ombre che non hanno quasi più valore.” Emmanuel rimane folgorato dalle parole di Alberta: “Quei pochi secondi furono pure, irripetibili gocce di tempo…Alberta aveva messo il dito proprio su quel punto che per lui era stato introvabile.”

È un romanzo incentrato molto sulle riflessioni dei personaggi, ma risultano a volte troppo lunghe e sconclusionate, soprattutto nell’ultima parte del romanzo, che richiederebbe una trama un po’ più veloce. Proprio per questo motivo, ho trovato il finale deludente: l’autrice è brava nel creare molte aspettative su quello che sta per accadere, ma inserisce troppe divagazioni, nelle riflessioni di Emmanuel soprattutto, che le disattendono. Nell’epilogo, il racconto che dovrebbe essere facilmente “divorabile”, diventa, invece, decisamente noioso. Non sono riuscita a comprendere pienamente i mutamenti d’animo dei due uomini, forse perché nemmeno l’autrice, essendo una donna, ha saputo rendere lineari e comprensibili i loro stati d’animo.

copertina cambio di rotta

Se dovessi dire cosa mi ha lasciato questo romanzo, dico, senza dubbio, la consapevolezza che la felicità non sta nel possedere, ma che anzi lì si trova spesso la dannazione, la noia, il non saper dare il giusto valore alle cose. Mi è piaciuto trovarne testimonianza in questo romanzo, perché si tratta di una visione delle cose che sento spesso negata.

A incuriosirmi di questo romanzo, oltre alle coloratissime e invitanti copertine dell’editore, è stato il titolo. “Cambio di rotta” mi faceva pensare a una storia in cui ci dovesse essere un colpo di scena eclatante, inaspettato, cosa che in effetti c’è, ma sviluppato in maniera troppo contorta.

Ho voluto approcciarmi per la prima volta all’autrice americana della saga dei Cazalet, ma credo di non aver scelto il romanzo adatto per apprezzarla.

L’autrice è molto brava a scavare nell’animo umano, a portare a galla l’impercettibile, ma in questo romanzo non l’ho trovata eccellente nel portare a termine questo arduo compito.

 

Consigliato a chi ama le profonde riflessioni, il mettere a nudo l’animo e il pensiero, ma non fate il mio stesso errore: la Howard è un’autrice molto apprezzata, leggere questo suo lavoro prima di altri potrebbe rivelarsi deludente.

Adele Landi

Commenti