Lo chiamavano Hunter, ma il suo nome era Ryo – Serie City Hunter

Ryo Saeba, il protagonista, è un mercenario metropolitano e maniaco sessuale

Hunter – o meglio Ryo Saeba – è il protagonista della serie animata City Hunter. Lui è quello che in gergo viene definito sweeper («spazzino»), vale a dire un giustiziere metropolitano. Uno che con la pistola è capace di numeri da circo. Il suo turbolento passato è avvolto da un alone di mistero. Da ragazzo, l’aereo su cui viaggiava insieme ai genitori è precipitato in un imprecisato paese sudamericano nel quale la classe al potere combatteva contro valorosi guerrieri pronti a tutti. Hunter è cresciuto fra loro, imparando a usare le armi e a sopravvivere. Non si sa altro, anche perché lui altro non dice.

Per assumerlo è sufficiente scrivere Xyz su una lavagna posta nella stazione ferroviaria di Shinjuku. Essendo un vero e proprio maniaco sessuale, accetta incarichi soltanto da clienti donne, alle quali richiede chiaramente un compenso “in natura”, che  per una ragione o per l’altra non riesce mai a riscuotere. Lavora in società con il suo migliore amico Jeff, un ex poliziotto. Costui muore dopo alcuni episodi per mano di un killer. Poco prima di esalare l’ultimo respiro tra le braccia di Hunter, gli affida Kreta, la sorella adottiva. La ragazza non sa di essere stata adottata (nel corso della serie, però, incontrerà la sorella maggiore naturale), e in ogni caso sostituisce il fratellastro nel sodalizio, andando oltretutto a vivere con il protagonista.

C’è una complicazione: a poco a poco, Kreta finisce per innamorarsi del suo “socio”. Il quale, da quel punto di vista, non se la fila manco per finta. E lei la prende malissimo, dando in escandescenze ogni volta che ci prova con le altre. La sua gelosia si manifesta in maniera piuttosto violenta: sbatte con forza sul cranio di Hunter un martellone dal peso variabile (di solito sulle 100 tonnellate) che estrae non si capisce bene da dove. Come si vede in un episodio, ne ha un assortimento impressionante, nascosto in una apposita stanza della casa.

city hunter personaggi

City Hunter è una serie in quattro stagioni

Non c’è un filo conduttore che tiene insieme le singole “missioni” di Hunter. Le quali si distribuiscono in 140 episodi, trasmessi in quattro anni (dal 1987 al 1991) e a loro volta suddivisi in altrettante serie.

Nella prima ce ne sono 51, tutti autoconclusivi e con il medesimo schema narrativo di tipo seriale. Una giovane donna si trova in difficoltà. Viene a sapere di Hunter e lo ingaggia. Ovviamente, lui ci prova spudoratamente fin da subito, comportandosi come un idiota e suscitando in questo modo la gelosia di Kreta.

Ma quando c’è da salvare una vita, lui si trasforma. Diventa letteralmente un’altra persona. Si dimostra freddo, serio, preciso e professionale. È un mercenario, d’accordo, e spesso accetta lavori ai limiti della legalità. Ma è pure un uomo giusto, con un codice d’onore al quale si attiene rigorosamente. Sempre pronto a difendere chi non può farlo da sé, non ama chi sfrutta la propria posizione sociale ed economica per calpestare i deboli. Riesce perfino a stupirci con massime in perfetto stile Zen, che in bocca a uno come lui suonano quanto meno inconsuete: «Premi il grilletto con il cuore, senza ombre, e ogni cosa verrà naturale».

Nel suo caso scatta il meccanismo di compensazione in vigore nei cartoni animati giapponesi, secondo il quale l’invincibilità e la straordinaria potenza concesse ad alcuni personaggi vengono controbilanciate dalle loro debolezze caratteriali. E forse è giusto così, perché troppo potere nelle mani di un solo individuo potrebbe essere pericoloso.

Nonostante tutto, comunque, Hunter lascia sempre una traccia indelebile nelle sue clienti: alcune si innamorano addirittura di lui. Capita poi che la committente sia una bambina. In quel caso, Hunter riesce a stupire non poco lo spettatore, perché si rivela uomo premuroso e protettivo, riuscendo a comportarsi da persona in apparenza normale. In fondo al satiro, insomma, qualcosa di buono si trova.

La seconda serie mantiene inalterata la struttura sopra descritta. Con una piccola differenza: le storie raccontate nei 63 episodi di cui si compone sono più complesse, per cui vengono divise in due parti. Fa eccezione l’ultima, che ne prevede addirittura tre. La protagonista femminile si scopre infatti essere una ex fiamma di Hunter al quale chiede aiuto senza, in realtà, chiederglielo. Scopriamo finalmente qualcosa sul misterioso passato del giustiziere, anche se non ci viene detto più di tanto, e soprattutto non da lui. Per il resto, non cambia nulla. Kreta continua a struggersi d’amore per il socio, che insiste nel comportarsi da satiro impenitente.

Sulla terza serie c’è poco da dire. Tredici episodi la cui durata supera la durata canonica (di solito 24-30 minuti), usciti dapprima per il mercato dell’home video e passati poi in televisione. Si torna alle storie autoconclusive, mentre l’andazzo rimane pressoché inalterato. Grafica e animazione, però, migliorano nettamente.

L’ultima serie s’intitola City Hunter ‘91 ed è quella della svolta. Ancora tredici episodi autoconclusivi ( salvo un paio d’eccezioni) la cui atmosfera si fa più romantica. Hunter continua naturalmente a fare il bavoso con le sue clienti, però comincia a dimostrare un certo interesse nei confronti di Kreta. Morale della favola, i due si dichiarano. E questo pone fine alla ragion d’essere di questo anime.

Mi è giunta notizia di un seguito a fumetti. Hunter dichiara finalmente a Kreta di volerla sposare. La ragazza è chiaramente fuori di sé dalla felicità… che dura poco, perché muore in un incidente stradale. Il suo cuore finisce nel corpo di una ragazzina. Scoperto quel che è successo, Hunter cerca la ragazzina, e una volta trovata, la adotta.

 

I personaggi di contorno

Attorno ai due soci gravitano altri personaggi. C’è Falcon, un mercenario che conosce Hunter da anni. È un tizio pelato, grande e grosso, perennemente vestito da militare, di cui non si vedono gli occhi perché porta sempre un paio di occhiali da sole. La sua amicizia con il protagonista è a dir poco ambigua: a volte si comporta da amico, a volte no. In ogni caso, combattono spesso assieme. A differenza di Hunter, è molto timido con le donne. Ama, ricambiato, Miki, la titolare del locale Cat’s Eye, famoso perché teatro della serie Occhi di gatto, creata (manco a farlo apposta) dal medesimo autore di City Hunter. Il suo punto debole sono i gatti: ne è letteralmente terrorizzato.

Selene, invece, ex fidanzata di Hunter, è una strepitosa poliziotta che lo sfrutta senza porsi troppi problemi. Lo coinvolge in continuazione nei suoi casi, promettendogli un compenso carnale che non viene mai corrisposto.

La sorella di Selene, Reyka, è un’investigatrice privata. Anche lei si approfitta spesso della libido di Hunter.

Il successo di questo anime è stato tale che nel 1994 ne hanno ricavato un film il cui protagonista è Jackie Chan. Sembra si sia rivelato un mezzo flop. In effetti è una roba abbastanza stupida. Un conto è la serie animata. Un conto la sua trasposizione cinematografica. Mica può funzionare sempre.

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