“Cuore” – Edmondo De Amicis


Voto: / 5

Era il 17 ottobre 1886, primo giorno di scuola, quando il libro “Cuore” vide la luce grazie all’editore Treves. Edmondo De Amicis ebbe strada facile nel panorama ancora piuttosto povero di letteratura per ragazzi, ma non fu certo solo fortuna se il suo successo crebbe tanto da raggiungere, nel 1923, il milione di copie vendute.


La trama di Cuore

Enrico Bottini è un ragazzo torinese di famiglia borghese che nel 1882 frequenta la terza elementare. Si parla di anni in cui le caotiche classi potevano arrivare anche a sessanta alunni per un solo maestro. Gli studenti avevano età eterogenee e arrivavano anche a undici anni: si parla quindi potenzialmente dei figli di coloro che avevano assistito all’Unità d’Italia.

La struttura del romanzo è nota ai più: si svolge come un diario, mese dopo mese, e riporta fedelmente i racconti che il maestro assegna da copiare con il duplice fine didattico e pedagogico. I racconti infatti hanno tutti uno sfondo patriottico. Tra i più commoventi: “Sangue romagnolo” e “Il piccolo scrivano fiorentino”.

Recensione

copertina libro cuoreMi sono imbattuta in “Cuore” perché scelto dal gruppo di lettura EquiLibro di Pescara per il mese di giugno. La conoscenza che ne avevo era legata ai ricordi d’infanzia, negli adattamenti per bambini su carta e in tv. Leggerlo ora che sono insegnante e madre mi ha fatto riflettere molto sui cambiamenti che sono avvenuti nella scuola, quelli che non sono avvenuti e quelli che potrebbero ancora avvenire.

L’edizione che ho preso in prestito dalla biblioteca del mio paese, Città Sant’Angelo, è una Einaudi 1970 ed è stata curata da Luciano Tamburini, studioso di Edmondo De Amicis che ne mette in luce tutti gli aspetti tecnici a quel tempo considerati disastrosi. Ne denuncia lo spessore sottile del protagonista, la tendenza dell’autore a stereotipare i personaggi; la tendenza quasi sadica ad ammazzare ogni momento di felicità e a votare sempre e comunque i ragazzi al martirio; le incursioni poco rispettose degli altri membri della famiglia che lasciano le loro paternali nel diario di Enrico.

La rivalutazione.

Appena un anno dopo nel 1971, Italo Calvino iniziò il processo di rilettura e rivalutazione di Edmondo De Amicis, pubblicando, sempre per Einaudi, “Amore e ginnastica”. Di fatto, però, la potenza di “Cuore” è rimasta minore rispetto a “Pinocchio”, pubblicato negli stessi anni (1883).

“Se misuri i tuoi passi e i tuoi gesti in una casa privata, perché non dovresti far lo stesso nella strada, che è la casa di tutti?”

Credo che oggi si debba affrontare “Cuore” legandolo al contesto in cui è nato. La scuola elementare era unica, gratuita e obbligatoria per maschi e per femmine dalla legge Casati del 1859, cioè da poco più di vent’anni. Un obbligo non sempre compreso fino in fondo da chi aveva bisogno di braccia aggiuntive nei campi o in bottega, ma necessario più che mai adesso che l’Italia era stata fatta e ora bisognava “fare gli Italiani”. Si cercava un rimedio a quel 78% dei nuovi Italiani che non sapeva né leggere né scrivere.

Il buonismo e il pietismo di “Cuore” – elementi che gli hanno valso l’ostracismo dei fascisti – e il battere continuamente il chiodo sull’importanza di difendere la patria, amarla e resistere per essa, sono valori che potrebbero essere tradotti ancora adesso. Allo stesso tempo è interessante ricordarci che, seppur in buona fede, questi temi sono proposti da un torinese: ossia da un vincente. Che da quell’Unità, come sappiamo oggi, ha avuto tutto da guadagnare.

Mi sono convinta, infine, che “Cuore” potrebbe non essere superato ma essersi superato: potrebbe aver smesso di essere un libro per ragazzi e potrebbe essere diventato un libro per gli adulti. Seguendo gli esempi riportati nel libro, infatti, da parte nostra andrebbe preso in considerazione il ripristino di qualche piccola regola ferrea e la citazione di qualche valore alto: in questo modo potremmo spingere di nuovo i nostri piccoli mondi verso una genitorialità sociale e una convivenza civile sane e giuste.

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