“Drammaturgia degli invissuti” – Cristaldi e Malaspina


Voto: / 5

Drammaturgia degli invissuti, di Giuseppe Cristaldi e Oliviero Malaspina, è un libro pubblicato da Fallone Editore, a settembre 2019.
Dopo averlo divorato, con voracità sentimentale, ho sentito il bisogno di rileggerlo, di assaporarne ogni storia, ogni parola.


Recensione Drammaturgia degli invissuti

Questo libro è un condensato di emozioni, a metà strada tra prosa e poesia. Ad attenderti il paradosso e il conforto di una ambivalenza quasi ontologica, di certo antropologica, tra lo stupore e lo sgomento, il pianto e l’estasi.

Malaspina e Cristaldi sono una torpedine marina, ti danno una scossa intellettuale ed emozionale molto forte. Se non fosse per quel rifugio di bellezza, quel porto sicuro di maestria e grazia al quale si può sempre approdare, la lettura di questo libro sarebbe un naufragio

Un naufragio di anime che si riflettono nella tua e la interrogano sulla sua dimensione più profonda e abissale. Uno sprofondare per riemergere con forza, come chi cerca disperatamente aria da respirare, ossigeno per una vita nuova e più autentica.

copertina drammaturgia degli invissutiIl racconto degli ultimi, il loro canto disperato di vita e di morte, emerge da queste pagine come un grido di lotta per un mondo altro e più umano. Come uno squarcio nella carne, doloroso e salvifico.

Tra gli invissuti troviamo il suicida, il malato terminale di cancro, le vittime sul lavoro, il migrante, la prostituta, le figlie stuprate, il tossicodipendente, lo sradicato. Coloro che soccombono, nella strenua lotta contro un potere cieco e implacabile.

Come se fosse una lunga canzone di Fabrizio De André, di cui tra l’altro Malaspina è stato l’ultimo grande collaboratore.

Le vicende sono ambientate per metà al nord e per metà al sud, a dimostrare che la sofferenza e l’ingiustizia hanno una omogeneità di fondo, profondamente umana.

Leggere questo libro è un imperativo, in un’epoca leggera e schiava della propria inconsistenza, come rimedio di bellezza e verità. Per tutti.

Prenda

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