“Elogio del pomodoro” – Pietro Citati


Voto: 5 stelle / 5

È lungo da spiegare come io abbia potuto riesumare “Elogio del pomodoro” di Pietro Citati dal fondo della mia libreria. Inizialmente non ho capito nemmeno bene di cosa si trattasse, ma presto è diventato una compagnia garbata, che mi ha lasciata di buonumore.

Trama di Elogio del pomodoro

Nel 2011 Mondadori raccoglieva gli articoli scritti negli ultimi trent’anni da Pietro Citati, presumibilmente per il Corriere della Sera e La Repubblica, sotto il titolo di “Elogio del pomodoro”.

Il titolo prende spunto dal primo articolo, in cui l’autore ricorda il sapore e il valore dei pomodori della sua giovinezza e commemora qualche episodio.

“Chi divora i padri finisce per generare dei padri molto più mostruosi, che pretendono obbedienza fino alla morte”

Gli articoli successivi, pur permeati di allusioni classiche da Omero a Proust, parlano di attualità, politica e società: la cosa più sorprendente è che intercettano argomenti estremamente attuali, come la politica, la famiglia adolescente, l’europeismo e la riforma universitaria.

Recensione

Conoscevo Pietro Citati solo di nome ed era il motivo per cui avevo questo libro in casa. I suoi articoli sono scritti con un’ironia stuzzicante e inaspettata. Grandi eventi come l’11 settembre sono trattati con lucidità estrema anche se appena accaduti.

“Quando compone poesie e romanzi, uno scrittore non è obbligato a dire la verità: la letteratura sta al di sopra della distinzione tra il vero e il falso (…) Ma quando uno scrittore diventa intellettuale (…) deve raccontare e spiegare ciò che è veramente accaduto”

Ogni scorcio di attualità è un buon pretesto per riflessioni più ampie, universali e – mi ha stupito – durature. “Elogio del pomodoro” mi è sembrato l’ottimo album fotografico di un’Italia che la mia generazione ha appena fatto in tempo a intuire e la generazione successiva ha il diritto di conoscere.

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