“Fabbricante di lacrime” – Erin Doom


Voto: 5 stelle / 5

Ho letto “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom, pseudonimo di una giovane scrittrice italiana (Magazzini Salani 2021) senza aspettative, per caso, incidentalmente e mi ha travolta.

Io, così presa da letture “impegnate”, mai avrei pensato di farmi travolgere tanto da una scrittura sempice ma allo stesso tempo articolata profonda straziante, luminosa e oscura. È tutto un ossimoro. È questa la genialità dell’autrice che ha sapientemente unito la luce pura, anelata percè angelica al buio profondo e scuro, ammaliatore e affascinante, anelato anch’esso da un richiamo atavico e ancestrale dell’anima che  vuole perdersi nell’ebrezza del non essere. È il richiamo delle sirene di Ulisse perché sono i sensi che vacillano ma con il lieto fine. Il romanzo è tutto incentrato su un amore apparentemente impossibile tra due ragazzi adolescenti che hanno vissuto fino all’età di diciassette anni in un orfanotrofio.

Trama di Fabbricante di Lacrime

Nica, la ragazza che porta il nome di una specie di farfalla è l’angelo e Rigel, il ragazzo che porta il nome della settima stella più luminosa del cielo nella costellazione di Orione, è il demone. Ma la luce non può esistere senza la tenebra. Lo sfondo una cittadina tranquilla con una benevola famiglia adottiva e amici da vivere. Tutto il resto è tempesta.

È un amore, quello tra Nica e Rigel, travagliato, appassionato e travolgente  che porta in se vita e morte. Avvolge anima, corpo e cuore ma rischia di far perdere tutto finanche se stessi. Ed ecco lo spirito eccelso della scrittice nel significato profondo del romanzo che è un inno alla vita, qualla che ti fa sentire scorrere il sangue nelle vene perché è un monito a vivere di emozioni, anche del pianto provpocato dal fabbricante di lacrime perché è vita. Solo lo spirito vivo e inquieto accetta il rischio di poter perdere se stesso nel buttarsi a capofitto perseguendo il sogno, lo scopo della propria vita attraverso il quale realizza se stesso. Anche se deve vivere la favola del Lupo e Cappuccetto Rosso.

Recensione

È attraverso questo processo che si arriva alla “salvezza” perchè luce ed ombra, angelo e demone, Lupo e Cappuccetto Rosso si terranno per mano, saranno uniti ricompattandosi nell’unità, nel tutto, in una dimensione che va oltre la vita ed oltre la morte, perché è il bianco e il nero insieme che danno origine a tutti i colori del mondo.

È l’eterno dello spirito. In questo senso “la bellezza salverà il mondo” così come, per fare un’altra citazione è “l’amore che move il sole e l’atre stelle…” (ultimo verso del Paradiso di Dante). Dell’autrice mi ha colpita anche la particolarità di riuscire a “catturare” inchiodando letteralmente l’attenzione del lettore oltre la capacità di far vivere le sensazioni descritte con un’abilità descrittiva a dir poco notevole. Tocca le corde dell’anima anche nella parte riservata ai ringraziamenti. Romanzo stra consigliato.

Claudia Valsesia

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