“Frankenstein” – Mary Shelley


Voto: 5 stelle / 5

Era il 1816 quando la diciannovenne Mary Godwin Wollstonecraft, fuggita con il poeta Percy Bisshe Shelley due anni prima, concepì il romanzo “Frankenstein”. Il romanzo vide la luce nel 1818, nello stesso anno in cui Mary e Percy legalizzarono la loro intensa e sfortunata unione sposandosi. Della stessa autrice abbiamo recensito “A zonzo per il lago di Como”.

Trama di Frankenstein

Ma veniamo alla trama: dal racconto del dottor Frankenstein, narrato in prima persona tramite un testimone, veniamo a sapere che ha scoperto un modo per creare la vita. Assemblando pezzi di cadaveri ha creato un gigante giallastro dagli occhi acquosi e le labbra nere. Quando questi si è animato, si è rivelato talmente orribile che il dottore ha ceduto all’istinto di scappare, e al suo ritorno non lo ha trovato più. Una chicca: nel romanzo non viene svelata la tecnica usata per restituire la vita al cadavere: tutto quello che viene mostrato nelle varie versioni cinematografiche è inventato di sana pianta.

Passano almeno due anni e la vita di Frankenstein comincia a essere infiorata di disgrazie: viene ucciso un suo fratellino e viene giustiziata una governante. Lui è colto da un presentimento, che gli viene confermato dal Mostro che lo raggiunge in mezzo alle Alpi. La creatura ha imparato a parlare in maniera molto fluente perché si è “cibata” di Goethe, Plutarco e dei migliori saggi dell’epoca, ma ha anche potuto constatare il tremendo impatto che fa sulle persone, che si fermano al suo aspetto fisico.

“Non potrò mai trovare comprensione. Quando l’ho cercata, erano l’amore della virtù, i sentimenti di felicità (…) che io volevo donare agli altri. Ma ora che la virtù per me è diventata un’ombra, perché dovrei cercare comprensione?”

Gli spiega di aver pensato che almeno un bambino, scevro di sovrastrutture, potesse diventargli amico: impreparato alla reazione violenta del piccolo, invece, finisce per ucciderlo. Quindi chiede al dottore di creargli una compagna, promette di nascondersi con lei in capo al mondo e di accontentarsi di sentirsi amato da un suo simile. È pronto a vendicarsi uccidendogli le persone più care, se non lo fa.

Il finale

Frankenstein gli promette di esaudire il suo desiderio. Il tempo passa, il dottore tentenna, viaggia con il suo migliore amico, organizza il proprio matrimonio; il nuovo progetto viene avviato con poca convinzione. Infine, l’illuminazione: e se questa compagna non scegliesse di stare con lui? O se, al contrario, rimanendo insieme dessero origine a una stirpe di mostri, pericolosi per l’umanità? E se il mostro non mantenesse la sua promessa?

Frankenstein torna sui suoi passi e innesca un terribile effetto domino: uno a uno, la creatura uccide il suo amico, poi sua cugina, appena diventata sua moglie.

“Victor, quando la menzogna può apparire sotto le spoglie della verità, chi può essere certo della sua felicità?”

Frankenstein e il mostro iniziano a perseguitarsi a vicenda fino al Polo Nord. Al termine della sua narrazione, il dottore si ammala e muore. Da bravo stalker, compare all’istante anche il mostro, che lascia allibito il narratore quando lancia il suo lamento funebre e va a togliersi la vita, “portato via dalle onde”.

Recensione

“Frankenstein” si sviluppa in una struttura detta “a cornice”, perché inizia con un narratore esterno ai fatti, che racconta per lettera dell’incontro con il dottor Frankenstein in un luogo improbabile come i ghiacci del Polo Nord. A questa narrazione si innesta quella del dottore, sempre in prima persona singolare, mano a mano che racconta la sua storia al suo ospite. Infine, alla narrazione di Frankenstein si innesta quella del mostro. Poi, a ritroso, smette di parlare il mostro e ricomincia Frankenstein; smette di parlare Frankenstein e ricomincia il narratore principale. Qualcuno lo ha definito un romanzo “incinto”.

Questa tecnica può rallentarne la lettura, ma una volta assorbita si scopre che ha un ritmo assolutamente moderno e di valore.

Se si tiene presente che il movimento Romantico inglese metteva in risalto la sublimazione dei sentimenti che si provano in congiungimento con la natura, si apprezzano anche molte scene di profonda riflessione ambientate ad altezza montane mozzafiato o sopra un prato.

Riteniamo che la lettura di questo classico gotico risulti sorprendentemente piacevole. Ho riletto “Frankenstein” ascoltando un audiolibro trovato su youtube, ma conservo ancora la copia Economica Newton del 1997, su cui a diciassette anni ho commentato a matita con un generoso “Non malaccio”.

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  1. fradorapia 21/05/2021

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