“Fumo e cenere”- Abir Mukherjee


Voto: 4.5 stelle / 5

“Fumo e cenere” di Abir Mukherjee (SEM 2020, traduzione di Alfredo Colitto) è un thriller storico ben documentato. Attualmente questo filone furoreggia ex aequo con il noir psicologico. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Morte a Oriente“.

È il terzo capitolo di una serie ambientata nell’India britannica dell’immediato primo dopoguerra. Mi sono appassionata alle inchieste del detective inglese Sam Wyndham, di stanza a Calcutta, dopo “Morte a Oriente” che ne è il prosieguo. Perciò non riesco a sottrarmi all’automatismo di confrontare i due romanzi, che ho letto in ordine inverso rispetto alla pubblicazione.

Trama di Fumo e cenere

Calcutta 1921: la città rischia di diventare una polveriera. È alle porte la visita del principe di Galles, volta a sollevare il sentimento lealista verso la corona. Nel frattempo i leader indipendentisti invitano la popolazione a boicottare l’evento con uno sciopero generale senza precedenti.

Di conseguenza le forze dell’ordine sono strette in una doppia morsa. Evitare incidenti che andrebbero in pasto alla stampa internazionale. Bloccare la manifestazione di disubbidienza civile con un ennesimo giro di vite. Le autorità britanniche non si accorgono di rovinare verso la sconfitta, come osserva lucido il protagonista:

La battaglia che stavamo combattendo per mantenere l’India sotto il nostro controllo eravamo destinati a perderla. Per vedere un uomo come un nemico hai bisogno di odiarlo e mentre era facile odiare chi si opponeva con bombe e proiettili, era molto difficile odiare chi si opponeva al tuo senso morale.》

Il sipario si apre quando il detective Wyndham scopre un cadavere nei bassifondi di Calcutta. Un cinese morto ammazzato nel ventre della vecchia capitale del Raj non è certo una priorità per la polizia imperiale. Troppo assuefatta a faide tra bande rivali per il controllo del traffico di droga. Però le stranezze sono molte.

Il modus operandi richiama una morte rituale per il mix di perizia e ferocia. Le vittime a seguire, riconducibili alla stessa mano, sembrano distanti anni luce sotto ogni profilo. Il controspionaggio inglese insabbia le indagini con una determinazione mal dissimulata.

Wyndham e il suo fedele collaboratore verranno a capo di un piano criminale raccapricciante. Gli ultimi capitoli sono scanditi da un efficace countdown chiuso da un ultimo colpo di coda.

Recensione

La scelta di ambientare “Fumo e cenere” a dicembre restituisce uno spaccato dell’India meno battuto, ma altrettanto vivido. Infatti sono in corso le festività natalizie celebrate anche dai locali convertiti. Non mancano frecciate all’apostolato di missionari europei un po’ troppo zelanti.

Poi c’è il freddo, seppur relativo a un clima tropicale, che di notte insulta masse di diseredati. Sapevate che le temperature invernali di Calcutta sono piuttosto basse? E di freddo ce n’è tanto in questa storia. Il freddo dell’inganno, della sofferenza e della vendetta. Il gelo interiore di chi disprezza l’umanità.

Bilanci

Confermo il giudizio positivo che ho già espresso per “Morte a Oriente”. Mi piace il pragmatico cinismo del detective inglese. Ben calibrato il rapporto professionale e, in questo caso personale, con il suo collaboratore. Rispetto a “Morte a Oriente” questo romanzo è più ricco di mordente, ritmo e riferimenti storici.

Ma c’è un neo. In entrambi i thriller l’inchiesta, giunta a un punto morto, guadagna potenza grazie all’individuazione dello stesso indizio. Una curiosa coincidenza.

Sono comunque determinata a completare la lettura dell’intera serie di Abir Mukherjee. Vi farò sapere.

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