“Iene, narcisi e filistei” – Andrea Mennini Righini


Voto: / 5

Arriva l’autunno, e il sole arretra per lasciare campo alle prime nubi, al tempo grigio e alla monotonia quotidiana. Ci sono racconti che riescono a descrivere con particolare arguzia l’incubo della normalità, la folle ambiguità del quotidianità. “Iene, narcisi e filistei” di Andrea Mennini Righini (Echos edizioni) è una raccolta di storie brevi consacrate all’opacità del ordinario e alla naturale ipocrisia degli uomini comuni. Storie apparentemente normali rivelano foschi segreti e ignobili crudeltà…


Trama di “Iene, narcisi e filistei”

Tanti protagonisti, tutti con uno scheletro nell’armadio, un difetto o un vizio da nascondere, una colpa da dissimulare. Andrea Mennini Righini mette insieme una ventina di scenette agrodolci, spesso grottesche, con dei finali che assomigliano a bastonate improvvise, che ti colgono tra testa e collo. Si ride quando si parla dello sconclusionato studente viziato che sperpera i soldi del padre borghese mentre progetta la rivoluzione; ci si inquieta mentre si legge la storia della vecchietta che si fa truffare da dei finti carabinieri, cui consegna i suoi pochi soldi e i gioielli regalatigli dal defunto marito; si torna in un Rinascimento violento e falsamente maschilista, dove i personaggi parlano come gli eroi dell’Ariosto e poi si comportano come in una telenovela venezuelana; e ci si commuove nel racconto in cui un amante pentito deruba la sua sfortunata ex fiamma della sua ultima speranza.

Alcuni protagonisti della raccolta sono il ritratto più spietato della meschinità: c’è l’automobilista bestemmiatore che si finge disabile per non beccarsi una multa da una vigilessa; c’è la suora che ammazza la consorella drogata, il grande professore garante della meritocrazia che si lascia corrompere agli esami per ottenere un incarico ministeriale, e ancora: il migrante che sogna un paradiso impossibile e approda in un nuovo inferno, il moralizzatore che sfrutta la prostituzione minorile, l’inquinatore seriale che ama la natura… La colpa è dovunque, l’inganno contamina ogni gesto, qualsiasi parola. Tutti, dai più furbi ai più stupidi, mentono.

E alla fine del ciclo di racconti, si capisce che le storie seguono tutte la medesima trama: quella del fallimento e della disonestà. Chi vince lo fa imbrogliando e a discapito della felicità e della dignità altrui. Chi perde, viene schiacciato da un meccanismo in cui non si è saputo integrare, non per scrupolo morale, ma per incapacità. E così Righini ci mette davanti agli occhi uno specchio, ci parla di se stesso e di noi tutti, senza però puntare il dito oppure suggerire formule di redenzione.

 

Recensione

copertina iene narcisi e filisteiI racconti di “Iene, narcisi e filistei” assomigliano a parabole contemporanee, senza messaggio religioso e senza morale esplicita, dove buoni e cattivi si confondono e non arrivano mai a una maturazione spirituale. La prosa è leggera ma anche tagliente. In alcuni casi il tenore si fa sperimentale, con esempi mimetici e tentativi satirici in cui l’autore deforma la voce dei giovani trapper o degli antichi cavalieri di ventura. Non tutti i racconti però sono memorabili. Qualche passaggio suona eccessivo, specie nell’uso del turpiloquio o nell’espediente del finale a sorpresa.

Funziona il gioco di specchi, tramite il quale Mennini Righini ci presenta un’immagine speculare, da ribaltare una o più volte, attraverso antitesi e riflessi molteplici. In pratica, abbiamo quasi sempre a che fare con un protagonista che si presenta come sincera (nella sua bontà o nella sua malvagità), per poi scoprire dove stanno le sue menzogne e quali sono gli espedienti attraverso cui crede di fregare se stesso o gli altri.

Andrea Mennini Righini sa essere impietoso e divertente, ma soprattutto sa parlare della realtà e dei difetti che caratterizzano, inesorabilmente, l’essere umano. Egli ammette che non c’è cura, descrive la vita come una recita piena di cattiverie e di bassezze e poi alza le spalle ridendone.

Ne riderà anche il lettore?

 

Gianni Civero

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