“Il mercante di luce” – Roberto Vecchioni


Voto: 5 stelle / 5

Nel 2014, per la casa editrice Einaudi, viene pubblicato il romanzo “Il mercante di luce”, gemma rara e preziosa del panorama letterario contemporaneo. L’autore è uno dei cantautori italiani più apprezzati, Roberto Vecchioni, professore di latino e greco, docente universitario, scrittore di successo, portatore di luce in tempi difficili e oscuri.

Trama de Il mercante di luce

Un padre, un figlio e una malattia crudele che sta per dividerli per sempre. Il padre, Stefano Quondam, è un professore di letteratura greca, egocentrico e ambizioso, chiuso nel suo castello di cristallo troppo fragile e pronto a infrangersi. Il figlio Marco ha diciassette anni ed è affetto da progeria, una malattia che provoca invecchiamento precoce e lo condannerà ad una fine imminente.

Ma quel che gli mancava fuori lo aveva recuperato dentro. Leggeva, inventava, calcolava, voleva sapere tutto di tutto. Sognava.”

Come può un padre affrontare il momento del distacco? Stefano spera di aver trovato una soluzione e cerca di donare al figlio tutto ciò che ha di più caro: l’amore per il Bello e l’intensità della poesia, per dare un senso alla vita che si sta inesorabilmente allontanando.
Come un mercante di luce tenta di rischiarare l’oscurità in cui è piombata la giovane esistenza del figlio, per arrivare a scoprire che la vera luce arrivava proprio da lui.

Recensione

Per comprendere lo stile e la magnificenza narrativa del maestro Vecchioni, occorre entrare nella dimensione classica, immergersi nella grande letteratura del passato e inebriarsi della luce che emana.
L’autore ci propone una riflessione sull’esistenza, sull’idea del Bello e del Sublime, trasmessa a noi con un incanto speciale e con accenti lirici intensi.

Due vite, due mondi. Desideri falliti, gioie mai vissute. Padre e figlio percorrono insieme un ultimo tratto di strada, con un pathos degno della grande tragedia antica. I personaggi, finemente analizzati, si offrono a noi con tutte le loro fragilità. Entrambi, in modi diversi, sentono di non appartenere all’eterna ruota dell’esistenza. Stefano Quondam è prigioniero di un grande sogno, per il quale è capace di distruggere il bene che ha intorno. Marco assomiglia sempre più ad un’anima, non ad un ragazzo, costretto dalla sorte a costruirsi una realtà parallela fatta di momenti felici e vittorie invisibili.

Tra le pagine del romanzo, di cui alcune intensamente poetiche, affiorano i ricordi di un passato a tratti felice, segnato da ambizioni e delusioni per Stefano, o, nel caso di Marco, da piccoli momenti di euforia e dolorosi graffi al suo cuore di bambino.

Doveva lasciargli un dono, il più grande possibile, oltre la felicità o l’infelicità, l’amore e il disamore, il destino e Dio, la casualità inspiegabile di nascere e morire. E il dono è l’orgoglio di essere uomini e di vivere con questa rivelazione: perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro.”

In mezzo un excursus letterario di alto livello: Sofocle, Euripide, Archiloco e l’immensa Saffo. Tragedie, miti e sentimenti universali che colpiscono e stupiscono ancora oggi, come un raggio di luce inaspettato.

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