“Il talento del cappellano” – Cristina Cassar Scalia


Voto: 4 stelle / 5

Incuriosita dal titolo e dalla colorata copertina, ho acquistato per puro caso il romanzo poliziesco “Il talento del cappellano” di Cristina Cassar Scalia (Einaudi 2021), di professione medico oftalmologo con la passione per la scrittura e per la sua bellissima regione, la Sicilia.
Dopo poche pagine, mi sono ritrovata catapultata nella Sicilia dei giorni nostri a seguire con grande attenzione e passione le indagini del Vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, e della sua affiatata squadra, completata da un arzillo Commissario di Polizia, ormai in pensione, ma con tanta voglia di indagare ancora.

Trama de Il talento del cappellano

Dicembre, appena dopo Natale, di notte, in una località di montagna sull’Etna, coperto di neve. 

Il custode del vecchio Grand Hotel della Montagna, ora in ristrutturazione, trova in uno dei saloni dell’edificio una donna morta. Spaventato, chiama subito la Polizia, ma quando gli agenti arrivano il corpo non c’è più, è sparito, per poi riapparire, dopo solo 24 ore, nel Cimitero di Santo Stefano, all’interno di una  cappella in compagnia …..del cadavere di un prete. Il tutto accompagnato da lumini, fiori, addobbi natalizi e da un nastro rosso che lega i due corpi.

E qui entra in scena la Dottoressa Guarrasi, o meglio, Vanina, che tra l’altro abita proprio a Santo Stefano, in una villetta in affitto, la cui vicina Bettina, nonché proprietaria di casa, la vizia con mille manicaretti di tradizione siciliana. Vanina, pur non sapendo cucinare, è amante della buona cucina e un’accanita cinefila di vecchi films che guarda con il suo caro amico Adriano Calì, nonché medico legale che la affianca nelle indagini.  

La Dottoressa Guarrasi dirige la sezione “reati contro la persona” della Squadra Mobile di Catania, città in cui si è trasferita, dopo una lunga esperienza all’Antimafia di Palermo, sezione lasciata da circa quattro anni.  
Così come ha lasciato Paolo Malfitano, Sostituto Procuratore a Palermo, giudice da sempre attivo sul fronte della lotta alla mafia.
Paolo, unico uomo a cui Vanina è da sempre legata, ma da cui continua a fuggire, sperando di allontanare quei fantasmi che la tormentano da quando ha vissuto un trauma familiare, ancora adolescente.
Lei fugge e il destino continua a mettere sulla sua strada Paolo. 

Una grande famiglia

Intorno a Vanina, oltre ad un patrigno che la adora e con cui sta ricostruendo un rapporto da sempre conflittuale, la sua squadra: l’Ispettore Spano’, suo “braccio destro” e il Sovrintendente Fragapane – i cosiddetti Veterani – e i giovani o meglio “i carusi”: Marta, la bellissima poliziotta che viene dal Nord, Nunnari con la “sindrome del Marine” e Lo Faro, l’ultimo arrivato, il più inesperto e impacciato che non ha ancora avuto il permesso di chiamarla Capo come tutti gli altri.

Quella de “Il talento del cappellano” è una grande famiglia a cui si aggiunge il Commissario pensionato Biagio Patané, con un fiuto da vero segugio per le indagini complicate, che si intende al volo con il Vicequestore, suscitando la gelosia della Signora Angelina, sua moglie, che immagina una tresca tra i due. 

Tra un piatto di lasagne da Gino, una succulenta colazione da Alfio, un interrogatorio, una verifica ai tabulati telefonici o  un controllo sul posto, la protagonista con la sua squadra dovrà sbrogliare questa complicata matassa, risolvere questo mistero, comprendere il legame tra i due cadaveri che, in apparenza, nulla hanno in comune.

Ma è proprio così? Cosa si cela dietro questa macabra scena rinvenuta al cimitero?  

Recensione

Il libro è uno di quelli che “si legge tutto d’un fiato”, ti prende dalla prima all’ultima pagina. 

La lettura, a parer mio, è scorrevole, molto gradevole. I dialoghi, caratterizzati dall’alternarsi della lingua italiana ad espressioni del dialetto  siciliano, sono molto vivaci, realistici e divertenti in molti parti.

La “matassa del caso” si sbroglia lungo tutto il romanzo e i particolari per risolvere l’indagine si mischiano agli episodi di vita quotidiana dei personaggi.
Spesso, i colpi di scena o le novità del caso vengono collocati a fine  capitolo, costringendoti a continuare le lettura.

La scrittrice non si sofferma molto a descrivere fisicamente i personaggi, ma preferisce  dare risalto alle caratteristiche caratteriali degli stessi, ai loro pregi o difetti.

Vanina, la protagonista, ti conquista perché non è una super donna, una eroina senza paura, imbattibile. Tutt’altro. Vanina è una donna normale, molto brava nel suo lavoro, decisa, forte ma anche con tanti dubbi e con tanti fantasmi del passato che la assillano.

E tutto ciò ti fa affezionare a lei e alla sua squadra, ai suoi “picciotti belli” come li chiama lei.

Non so se si è capito, ma questo libro mi è piaciuto molto e lo consiglio vivamente a chi cerca un buon romanzo poliziesco, con una bella trama e senza descrizioni cruente.

Da segnalare i precedenti titoli di cui è protagonista Vanina:
“Sabbia nera” (2018); “La logica delal lampara” (2019); “La salita dei saponari” (2020); “L’uomo del porto” (2021). 

Annalisa Giambiasi

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