“Insciallah” – Oriana Fallaci


Voto: 5 stelle / 5

Insciallah è un romanzo del 1990. Tradotto in 22 paesi, è uno dei più famosi di Oriana Fallaci. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Lettera a un bambino mai nato“, “Un uomo“, “La rabbia e l’orgoglio“.

Trama Insciallah

Ambientato durante gli anni della guerra civile libanese, nel romanzo si narrano le vicende di alcuni militari italiani a Beirut.

Dopo un terribile attentato, centinaia di soldati francesi e americani giacciono a terra senza vita, i corpi dilaniati dall’esplosivo non offrono alcuna parvenza di spiegazione a chi accorre sul posto. È una guerra di religione che si sta combattendo, ma a nessun dio con un minimo di buon senso piacerebbe essere chiamato in causa ad assolvere tali atrocità. Forse sarà la base italiana il prossimo obiettivo dei kamikaze: inizia così una serie di indagini, trattative e un macabro conto alla rovescia di cui non si conosce il limite.

Insciallah è la storia di tante storie: ogni soldato che la Fallaci ci presenta ha un bagaglio di vita che Beirut sembra avere interrotto, ma scopriremo insieme a loro, che lo spettro della fine cambia prospettiva a tutto ciò che essi guardavano prima.

Recensione

Oriana Fallaci è stata la prima donna italiana corrispondente di guerra: con questo romanzo, ci ha fatto il grande dono di portarci nel cuore di un conflitto, infrangendo la rassicurante illusione che non ci riguardi. Siamo costretti a guardare, obbligati a capire. La sua incredulità diventa la nostra, sentiamo la paura di ogni proiettile, il boato di ogni bomba, l’orrore dinanzi a ogni violenza.

La lettura è spesso ostile a causa dei dialoghi in arabo, sempre prontamente tradotti, mentre, grazie ai vari dialetti, i soldati si sentono per un istante a casa, la distanza del lettore in questi momenti è parte integrante della vicinanza ai luoghi per lui più familiari.

La storia non si segue con facilità, la cronaca di guerra appesantisce lo scorrere degli eventi, il lettore si trova sospeso in un conflitto a fuoco in cui, con fatica, fa dei passi avanti. Verso la fine poi, si apre la visione d’insieme e l’assurdità del conflitto assume tutti i connotati della pura follia.

“Aborriva la parola destino, aborriva la parola Insciallah: l’una sinonimo dell’altra ed entrambe simbolo di un’impotenza anzi d’una rassegnazione che offendeva il concetto di libertà e di responsabilità.”

Consigliato a chi cerca una storia forte, capace di scuoterlo.

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