“L’ Orchidea nera” – Yokomizo Seishi


Voto: 3.5 stelle / 5

“L’Orchidea nera” è uno dei due brevi thriller contenuti in Fragranze di morte dello scrittore giapponese Yokomizo Seishi (1902-1981). Pubblicato per la prima volta nel 1976, è stato appena proposto al pubblico italiano da Sellerio 2022, con la traduzione di Francesco Vitucci.

Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Il detective Kindaichi“.

L’autore in due parole

Yokomizo Seishi ha contribuito a diffondere in Giappone il thriller all’Occidentale o detective story, con una predilezione per l’enigma della stanza chiusa. Però, mi sembra che Matsumoto Seicho (1909-1992) abbia introdotto definitivamente il noir realistico. Quello scevro dall’elemento fantastico, caro al poliziesco del Sol Levante e non del tutto estraneo alle atmosfere dell’autore di “L’Orchidea nera”.

Trama de L’Orchidea nera

La vicenda si svolge nel microcosmo di un grande magazzino di lusso a Tokyo. In particolare nel prestigioso reparto di gioielleria, dove i clienti si contano sulle dita di una mano.

Questo dettaglio, e non è l’unico, mi spinge a pensare che il racconto sia ambientato a ridosso del Secondo Conflitto. Ipotizzo nei primi anni Cinquanta.

In una giornata si verificano gli omicidi del responsabile del terzo piano, dove è ubicato il reparto dei preziosi, e di un altro dipendente. Intanto una donna elegante e misteriosa viene colta in flagrante a rubare spille ed anelli. Una commessa neoassunta la coglie sul fatto. Ignora che la donna del mistero (di Pulcinella!) ha il vizio di rubare sistematicamente. Ignora che tutti gli impiegati hanno l’ordine di chiudere un occhio. Ignora che farla bloccare da chi di dovere si rivelerà una pessima idea.

Le domande sono due: quali le ragioni dell’impunità della cleptomane? Qual è il collegamento con gli omicidi?

Un detective sgangherato

Kindaichi Kosuke è l’acuto detective privato che collabora con l’ispettore della polizia edochiana. Famosissimo eroe popolare in Giappone, sia per altri polizieschi a lui dedicati, sia per le trasposizioni sul grande schermo. Perché rappresenta l’uomo comune in cui il pubblico si identifica con facilità.

Balbetta, piccolo di statura, dall’aspetto trasandato e dai capelli scompigliati. Poteva avere poco più di trent’anni”

Recensione

L’intreccio è ben orchestrato, anche in una sessantina di pagine. Penso si possa inserire in quello che gli anglosassoni chiamano cozy mystery, letteralmente ‘giallo accogliente’. Infatti, mancano le parti propriamente ansiogene e la violenza esplicita, mentre è presente sottotraccia una vicenda sentimentale che stempera l’atmosfera.

“L’Orchidea nera” di Yokomizo Seishi rimane comunque una piacevole lettura per gli amanti del poliziesco dai toni discreti e raffinati. Ho apprezzato in copertina l’eleganza di un dipinto su seta del primo Novecento. Ma questa volta il merito non è dell’autore.

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