“La biblioteca dei morti” – Glenn Cooper


Voto: 4,5 stelle / 5

Un giorno dell’anno scorso, come quasi ogni mese ormai, sono andata in libreria. Non sapevo assolutamente cosa avrei preso quindi mi sono messa a gironzolare per gli scaffali. Di solito, sono molto attratta dalla saggistica o dai romanzi drammatici; quelli che ti consumano l’anima e fanno perdere in una miriade di emozioni e sensazioni che solo un buon libro, scritto da un altrettanto bravo autore può regalarti. Ma stavolta la mia mano ha afferrato il primo romanzo di una trilogia che sguazza tra l’alienazione del fantasy e l’inquietudine del giallo. Ecco a voi: “La biblioteca dei morti” di Glenn Cooper (Nord 2009).

Di Glenn Cooper abbiamo recensito anche “Il segno della croce“, “L’invasione delle tenebre“, “La porta delle tenebre“.

Trama de La biblioteca dei morti

New York, 21 maggio 2009: siamo all’inizio di una serie macabra e alquanto surreale di omicidi che ben presto terrorizzeranno tutta la popolazione. Quando si parla di serial killer si cerca sempre di identificare il suo modus operandi: come sceglie le vittime; cosa hanno in comune e come è solito ucciderle. Beh… in questo caso è impossibile trovare qualcosa che accomuni la morte di queste persone.

Omicidi ed incidenti strani che, in qualche modo, vengono predetti da una piccola, inquietante e paradossalmente sobria cartolina. Un bigliettino con un nome, una data e una piccola bara stilizzata segnati sulla superficie.

Assurdo, non è vero? E se vi dicessi che dietro queste morti non si nascondesse nessuno se non il destino? E se vi dicessi che da qualche parte nel Nevada, si nasconde un archivio infinito di date e di nomi; una biblioteca al quale hanno accesso pochissime persone?

E se vi dicessi che l’autore di tale fantomatica opera è un ragazzo dotato di un potere misterioso… il settimo figlio di un settimo figlio, nato in una piccola cittadina della Britannia, il 7 luglio del 777? Immagino che la situazione si faccia decisamente più interessante e lo sarà anche per il protagonista della storia: il detective Will Piper: un uomo “irrecuperabile”; un distruttore a tutti gli effetti; un incapace con le relazioni sentimentali e familiari ma un genio nel suo lavoro. Peccato che ritrovarsi davanti un caso del genere lo farà vacillare ancora di più; tanto quanto la sua risoluzione lo sconvolgerà!

Recensione

Vi domanderete cosa ho pensato quando ho terminato la lettura de “La Biblioteca dei morti”. Dire che mi ha stravolto sarebbe estremamente riduttivo! Cooper è stato talmente bravo nell’incastrare fantasia con realtà che quasi ti domandi: “Ma sarà successo davvero?”.

L’autore gioca letteralmente con la tua mente e mi sono ritrovata a divorare pagina dopo pagina con sempre più smania di scoprire e di capire. La scelta vincente di un protagonista geniale ma tremendamente disadattato ed ironico poi è vincente. Alleggerisce di tanto la pesantezza e la complessità della trama e quasi si riesce a percepire l’aria di mistero e di stupore che accompagna i personaggi durante la narrazione.

La partner femminile e con il quale Will finisce con l’intrattenere una relazione è forse la scelta che ho apprezzato di meno: con tutti i problemi caratteriali del detective mi aspettavo un introspezione più personale ed ego-riferita ma alla fine nel complesso non ha un ruolo rilevante a livello della narrazione quindi non è da disapprovare del tutto.

I personaggi sono numerosi e tutti gestiti esattamente in tempi coerenti ed usati perfettamente nel corso della storia. Ho apprezzato tantissimo il cambio del punto di vista ad ogni capitolo; ti permetteva di viaggiare nel tempo e di capire individuare tutti i tasselli che componevano l’intreccio narrativo.

Lo consiglio vivamente a chi cerca una storia originale e che giochi un po’ con le proprie convinzioni!

Il finale mi ha letteralmente lasciato senza parole e con un pensiero fisso in testa: cosa accadrà ora! Quindi so esattamente cosa acquistare la prossima volta che mi ritroverò in libreria!

Stefania Grande

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