“La mano del Santo” – Paolo Ponga


Voto: 5 stelle / 5

“La mano del santo” è il nuovo libro di Paolo Ponga, pubblicato dalla casa editrice Yume a dicembre 2021. Ringraziamo l’autore per la copia cartacea in omaggio. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Il cilindro di giada”.

Trama de La mano del Santo

Anno 1000, alto medioevo, Karl cavaliere generoso e deciso a non lasciarsi soggiogare, lotta con cuore e cervello contro uomini malvagi, forze oscure e inquietanti riti magici.

1938, la seconda guerra mondiale si profila appena. Uomini poco rassicuranti, in uniforme e con la svastica si aggirano senza scrupoli impiegando ogni risorsa, lecita o meno, per arrivare alla soluzione di un enigma. La posta in gioco è il potere. Un potere malefico e soprattutto assoluto , che sottomette portando con sé l’inconfutabile e inesorabile possibilità di decidere della vita e della morte. Oltre la vita, oltre la morte. 

1938, come allora, eppure è così lontano l’anno 1000, la storia si ripete. Cambiano gli strumenti che la suonano ma la musica rimane uguale a se stessa. 

Recensione

La Storia è davvero maestra di vita? Oppure è più corretto parlare di corsi e ricorsi storici per il semplice motivo che l’essere umano, o meglio, il suo animo non è mai cambiato nei secoli , che il potere esercita da sempre un fascino oscuro a cui non sempre ci si può sottrarre, che il mondo, anche se più facile è, mettere la testa sotto la sabbia, si divide in forti e deboli, vincitori e purtroppo perdenti. Nei secoli dei secoli continua senza mai battuta d’arresto, l’eterna lotta tra bene e male, tra vita e morte, tra carnefici e vittime. 

Poche menti pensanti mentre la massa si limita,nella migliore delle ipotesi, a prendere una posizione oppure a seguire il vento, là dove esso imprime una direzione più marcata. Menti vacue e dunque manipolabili, pericolose per l’incapacità di infervorarsi ,assecondando senza esporsi. 

Come se non essere mente pensante ma solo esecutore sollevasse dalle responsabilità, come ammettere che c’è chi ha più attitudine al pensiero e al comando e chi invece all’ubbidienza incondizionata. 

Nessun discernimento in chi indulgente e servile, compiace senza riflettere sulla possibilità che l’accondiscendenza dei più, sia tarlo più pernicioso dell’avidità del singolo. 

Trama e ordito sono tessuti senza nodi. La narrazione infatti, nonostante si attraversino alternandosi periodi storici così lontani e in prima analisi così diversi, non trova intoppi e scorre fluida. Un thriller storico avvincente e con picchi di suspence che alimentano, rendendo tesa l’atmosfera, la curiosità del lettore. Nulla è scontato e nulla lasciato al caso.

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