“La metà del doppio” – Fernando Bermùdez


Voto: 3 stelle e mezzo / 5

La raccolta di racconti “La metà del doppio” di Fernando Bermùdez si è aggiudicata il Premio Cortàzar nel 1994 e il premio Juan Rufo nel 1997. E’ arrivata in Italia grazie alle edizioni Spartaco nel 2020. Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale in omaggio.

Trama de La metà del doppio

Il primo dei sette racconti della raccolta “Mezzanotte passata” è l’unico dei sette che presenta una trama lineare, che si lascia seguire facilmente: assistiamo al ricordo nostalgico del protagonista, invalido, della ragazza che si prendeva cura di lui, Kristina, prima della badante attuale, Anna. Diventiamo spettatori, insieme a lui, di un episodio violento vissuto dalla donna, divenuta sua amante, a causa del suo ex.

Gli altri racconti presentano uno sviluppo più complesso, al limite del fantastico, difficili da sintetizzare: l’intreccio complesso ne rende difficile il ricordo e, di conseguenza, la sintesi.

I temi ricorrenti, che ritroviamo in più di un racconto sono la disabilità, il viaggio, il rapporto di coppia. Nel racconto “Blomma”, l’autore aspira ad instaurare un rapporto con il suo lettore, che immagina essere una donna con cui fissa un appuntamento. In questo racconto, uno di quelli che mi è rimasto più impresso proprio per il clima colloquiale che si crea con le pagine, il tema non è il viaggio in sé, ma il motivo del viaggio stesso, la ricerca che il viaggiatore compie attraverso il suo viaggio.

Recensione

Il primo racconto mi ha molto colpita e invogliata a proseguire la lettura dei racconti successivi, ma in questi mi sono un pò persa, la lettura è stata difficoltosa, complessa, gli eventi diventano spesso assurdi, le sequenze temporali vengono stravolte fino a non capire di quale personaggio si stia leggendo, cosa stia facendo e per quale motivo.

Mi è stata molto di aiuto, per districare la mia confusione, la postfazione di Giovanni Barone che illustra la sua visione di ogni singolo racconto. Scopro, grazie a lui che l’autore ama sperimentare varie forme linguistiche e strutturali come fosse un regista che costruisce un film nella maniera che più gli aggrada. La trama, nei racconti di Bermudez, non è importante, passa in secondo piano, per trasmettere al lettore la complessità dello scrivere.

Consigliato agli amanti del fantastico che vogliono restare coi piedi per terra e fare un viaggio dentro di sé.

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