“La notte non perdona” – Daniela Grandi


Voto: 5 stelle / 5

“La notte non perdona” di Daniela Grandi è un poliziesco della Serie Nina Mastrantonio consigliato a chi apprezza i gialli-rosa.

Trama de La notte non perdona

Cosa nasce da un padre siciliano e una mamma somala? Una ragazza di pelle scura. E da un addestramento impegnativo nella scuola sottufficiali dei Carabinieri? Un maresciallo dell’Arma donna e di colore.

È Nina Mastrantonio la protagonista del secondo episodio della serie narrativa poliziesca nata nel 2018 dalla conversione di Daniela Grandi al giallo-rosa, dal rosa-comico. “La notte non perdona”, pubblicato dalla giornalista di La7 a marzo 2021 per i tipi Sonzogno (272 pagine, 16 euro), segue dopo tre anni il debutto di Nina in “Notte al Casablanca”, sempre Sonzogno, 2018.

Investigatrice ordinata e caparbia sul lavoro, nel privato è una giovane donna attraente, con un’intensa vita sentimentale, è in servizio a Parma. Non se la prendano i parmensi se la bella città schizza in testa alle classifiche del crimine (un po’ come succede a Gubbio e Spoleto per via di Don Matteo). Prendano atto dell’amore di Daniela per la propria “casa dolce casa”. Descrive il bel centro emiliano come un salotto, popolato di biciclette, che i cittadini prediligono in massa, a costo di sfidare il maltempo da veri “eschimesi”. E gli immigrati, a cominciare dagli ambulanti senegalesi, si adeguano alla svelta allo stile urbano, vestendo eleganti e acquisendo l’intonazione locale nel parlare.

Carlo Navarra diviso tra Nina e Milena

Inappuntabile in divisa, libera di cuore in borghese e fedele al modello del partner atletico-affascinante-elegante, la figlia dell’avv. Mastrantonio e di Nadifa osserva la regola di non lasciarsi coinvolgere sentimentalmente. Una volta sola, tutto bello… mai più con lo stesso uomo. È per questo che la disorienta l’attrazione per Carlo Navarra. Un collega. Un brigadiere, per giunta.

Anche il sottufficiale siciliano è pieno di dubbi e si dà del “mollaccione”. Era stato naturale – trasferito a Parma e ritrovatosi solo in una città nuova e fredda – cedere al fascino di un (una) maresciallo con gli occhi scuri irresistibili e la pelle color cammello, attratta dal suo fisico maschile curato e robusto. Ora Carlo è di ritorno dalla Sicilia. Aveva deciso di approfittare della licenza natalizia per liquidare la fidanzata di sempre e tornare senza legami tra le braccia di Nina. Si era ripromesso di parlare a Milena di “una pausa di riflessione”, una scusa stupida che va alla grande in queste occasioni, sebbene ferisca come una lama. Ma si era ritrovato a passare le feste incollato alla ragazza, dandosi del vigliacco ogni volta che incrociava uno specchio. Nina poi aveva aggiunto del suo, non rispondendo ai messaggini che le inviava insistentemente.

A fuoco l’appartamento all’ultimo piano

Il ritorno di Navarra trova Parma sottosopra e i Carabinieri impegnati nelle indagini sul rogo in una palazzina al centro del mercato all’aperto, La Ghiaia. Nell’appartamento all’ultimo piano, il cadavere di un commerciante di stoffe ultracinquantenne, gay con tanta discrezione.

Nina e l’inseparabile appuntato scelto Paolini stanno mettendo “a fuoco” l’accaduto, con la collaborazione del caposquadra dei Vigili del Fuoco. Ma il colonnello Cattaneo avoca l’indagine. Complice il disinteresse del superiore diretto di Nina, che pensa solo a un nuovo turno in missione di pace all’estero, è invadente e chiude il caso con una conferenza stampa.

Abbandonata la prima ipotesi di un incidente – il proprietario avrebbe preso sonno dimenticando la sigaretta accesa – ha virato sul delitto commesso da un ragazzo che si prostituiva. Dà in pasto all’opinione pubblica un giovane ghanese, pregiudicato e spacciatore. Un colpevole perfetto, fatto e finito. Cattaneo completa lo show: il cadavere carbonizzato presenta segni di pugnalate, un testimone ha visto uscire il ventitreenne Kwabenà dalla palazzina, poco prima dell’incendio. Sesso mercenario, una lite, le coltellate, il fuoco per cancellare le tracce.

Tutto troppo facile

Nina e Navarra si stanno trattando con freddezza, ma sono troppo bravi nel loro mestiere per mandare giù la verità del colonnello, che scatena polemiche politiche e di stampa sugli immigrati e l’integrazione. Pregiudicato e pessimo soggetto quanto si vuole, ma da qui a bruciare un uomo ce ne vuole: la mamma di Kwabenà parla a cuore aperto alla Mastrantonio. Ha cinquant’anni, la famiglia è in Italia da una ventina, proveniente dal Ghana meridionale. Si sono dati da fare a Parma, lavorando sodo.

Tutti, tranne il figlio. Le ha dato problemi già alle elementari e alle medie lo ha perso. È un disgraziato, un tossico, si droga, si prostituisce, ha sempre bisogno di soldi. Ma perché ammazzare chi può darglieli? Il coraggio di uccidere, poi, è un’altra cosa. Chi ammazzerebbe Nina con le sue mani è Gregor Volkov, il russo che a Parma aveva una posizione nella mala, prima che il maresciallo donna gliela distruggesse. È stato costretto alla fuga, si nasconde nel retrobottega del bar di due egiziani al Corvetto, a Milano. Una collocazione penosa, disagevole e deve fare di tutto per recuperare il denaro che teneva al sicuro in Emilia. Ma prima vuole vendicarsi di Nina. Le ha messo qualcuno alle calcagna, benchè quel buono a nulla si stia rivelando un incapace…

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