“La Primula Rossa” – Emma Orczy


Voto: 4 stelle / 5

“La Primula Rossa” è un ciclo di romanzi scritti dalla baronessa Emma Orczy all’inizio del Novecento. Queste opere sono considerate come antesignane del genere dello spionaggio. Consigliato a chi cerca una storia appassionante e ben fatta, e/o agli appassionati del periodo della Rivoluzione Francese.

“La cercan qui, la cercan là / dove si trovi nessuno lo sa / che catturare mai non si possa/quella dannata Primula Rossa?”

Sono queste le parole più adatte a descrivere il personaggio di Emma Orczy, il cui nome è diventato sinonimo di persona imprevedibile e inafferrabile. Un eroe/antieroe che non smette di affascinare.

Trama de La primula rossa

L’inizio del romanzo si apre in Francia, ad uno dei varchi di uscita da Parigi. Ma il periodo è tra i più bui e cupi della storia, che non a caso venne poi denominato “il Terrore”. È il 1792, la famiglia reale francese è agli arresti (l’esecuzione di re Luigi XVI ormai prossima) e le teste dei nobili cadono a ritmi di centinaia al giorno sotto la lama di Madame Guillotine.

Ma in tutto questo dolore c’è un filo di speranza per chi fugge dai rivoluzionari: uno strano personaggio che, dotato di astuzia e propensione al travestimento, riesce a sfilare i condannati da sotto il naso della temibile ghigliottina. Tra Regno Unito e Francia assistiamo dunque ai pericolosi salvataggi della Primula Rossa, mentre si muovono i personaggi del romanzo. La famiglia Saint-Cyr, ultimi nobili salvati; sir Percy Blakeney, insieme alla moglie francese, Marguerite Saint-Just (da sempre rivoluzionaria); l’astuto e perfido Chauvelin, deciso ad eliminare la pericolosa Primula Rossa.

Recensione

Il romanzo, primo dei dodici libri dedicati alla Primula Rossa, vedeva la luce nel 1905, ed è considerato un precursore del romanzo di spionaggio moderno.

La sua scrittrice riesce a farci rivivere le atmosfere del periodo del Terrore in Francia. La follia repubblicana, il tributo di sangue versato dai nobili, il dualismo tra chi nasce pro repubblica (come Marguerite Saint-Just, ad esempio) ma allo stesso tempo condanna gli orrori che stanno andando in scena a Parigi.

Nessuno dei personaggi è totalmente buono o totalmente cattivo: ognuno di loro difende le proprie ragioni, ognuno ha le sue debolezze e i suoi punti di forza, tutti commettono degli errori e (a volte) tentano di riparare. Lo stesso fine del protagonista, la Primula Rossa, non è mai spiegato: non sappiamo se compia le sue generose azioni per puro spirito di compassione o per amore di sfida. Non sappiamo se ne tragga un vantaggio di qualche tipo: ciò a cui possiamo arrivare sono semplici teorie, dubbi espressi dagli altri personaggi che gli gravitano intorno. In definitiva, una storia godibile, ben raccontata, dagli intrecci appassionanti e con qualche colpo di scena.

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