” La solitudine dei numeri primi” – Paolo Giordano


Voto: 5 stelle / 5

“La solitudine dei numeri primi” (Mondadori 2008) è il romanzo di esordio con cui Paolo Giordano vinse il Premio Strega e il Premio Campiello 2008 a soli ventisei anni. Dal 2010 è anche un film, diretto da Saverio Costanzo.

Trama de La solitudine dei numeri primi

Sono due giovani diversi dal comune Alice e Mattia, entrambi con un pesante bagaglio sulle spalle, fatto di silenzi, di atroci dolori, di incomprensioni e incomunicabilitá, di anoressia e autolesionismo. Il loro trovarsi da adolescenti li porta a condividere dei percorsi, a imparare a conoscersi e a capirsi in un modo complice e intimo che spesso non necessita di parole.
La vita vuole che i due prendano strade diverse: il mondo dei numeri e della matematica di Mattia, cervello ad alto funzionamento, capace di ridurre tutto a numero e calcolo matematico si distanzia da quello di Alice che, dopo aver lasciato gli studi si dedica alla fotografia.

La brillante carriera di Mattia prende il volo verso il nord Europa, dove la matematica é il coronamento di un´esistenza spartana e silenziosa. Basta un semplice biglietto di Alice a farlo ritornare in Italia, richiamato da una velata richiesta di aiuto , e nel loro breve incontro avranno la certezza di essere universi uniti e distanti allo stesso tempo.

Mattia ritornerá a guardare l´aurora del nord perché in fondo … una giornata come tante e a lui non serviva nient’altro.
Alice troverá la sua strada… sapeva alzarsi da sola.

Citazione

In queste parole è spiegato il cammino dei due protagonisti Alice e Mattia, due destini simili e paralleli , destinati a non incontrarsi mai del tutto.

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto.

Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. Il secondo pensiero lo sfiorava soprattutto di sera, nell’intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi delle bugie.

In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto s accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.

Recensione

Una storia che pone l´accento sulla diversitá, su due protagonisti dai tratti inusuali, che faticano a farsi accettare dal gruppo, che ne rimangono isolati e che nella loro solitudine provano ad agganciarsi l´un l´altro.
Una lettura impegnativa per il contenuto trattato, ma narrata con un linguaggio vivo, semplice e scorrevole che rapisce il lettore che si trova dentro all´animo dei due protagonisti, per viverne le emozioni.

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