“La vasca del Führer” – Serena Dandini


Voto: 4,5 stelle / 5

“La vasca del Führer” della presentatrice Serena Dandini (Einaudi 2020) è la biografia romanzata della fotografa americana surrealista Elisabeth (Lee) Miller. Famosa per alcune foto e reportage di guerra su Vogue e per la sua estrema libertà sessuale, è stata compagna di Man Ray, amica di Picasso e amante del fotogiornalista David Sherman: è stato quest’ultimo a scattarle una famosa foto nella vasca di Hitler, tra parentesi nelle stesse ore in cui il Führer si suicidava insieme a Eva Braun.

Trama de La vasca del Führer

L’incipit del libro è abbastanza noto: Serena Dandini spiega, usando la prima persona, l’attrazione per la foto scattata a Elisabeth Lee Miller nella vasca, la sua interpretazione e le sue riflessioni.

Il resto della narrazione si svolge in terza persona come in una biografia classica e questa è stata una scelta che mi ha reso felice: all’inizio ho temuto che la voce narrante coincidesse con la protagonista.

“«Vorrei vivere con te e rimanere con te per sempre, ma i miei per sempre sembrano non significare più nulla»”

La vita di Lee Miller è mirabolante, impulsiva, indomabile. È un valzer continuo fra uomini, sperimentazione, ricerca di gratificazione. Da modella a fotografa e infine pluripremiata chef gourmet, questa donna resta magmatica fino alla fine dei suoi giorni. Incoronata da Vogue come più bella del mondo, ha concluso la sua vita scegliendo di imbruttirsi, quasi invisibile.

Doveva essere difficilissimo starle accanto.

Recensione

Sebbene incuriosita dalla presentazione del libro durante il FLA 2020 (qui dal minuto 3:03:35), probabilmente non avrei considerato di leggerlo molto presto se non avessi avuto da soddisfare il task della Inkbook Reading Challenge 2021 dedicata ai libri scritti dai VIP.

Penso che Serena Dandini faccia una bella figura, in questo libro, per come contestualizza la protagonista nella dimensione storica e culturale in cui è cresciuta. La sua fascinazione forse è anche dovuta al fatto che lei e la Miller sono dello stesso segno zodiacale, nate quasi lo stesso giorno. In ogni caso, arriva diretta e coinvolge il lettore. Ho respirato l’epoca surrealista e l’intensità e la liquidità dei rapporti che si formavano.

“Nessuno sa di cosa è fatto davvero un amore, né perché alcune persone sono così necessarie alla nostra sopravvivenza.”

Il libro si sposta avanti e indietro nel tempo, riuscendo tuttavia a mantenere l’ordine anche grazie al titolo dei capitoli e alla scelta di citazioni perfette in apertura. Eppure, per preferenza personale una biografia la immagino lineare, non a struttura circolare. Ho compreso che l’intenzione è stata iniziare e finire con la seconda guerra mondiale… Dopo che la protagonista annuncia di avere il cancro, però, non mi aspetto di rivederla, nel capitolo successivo, di nuovo trent’anni prima.

“Ma è sempre come uno se la racconta. Più che a vivere siamo bravi a riscrivere la nostra vita come più ci piace, e Lee ha addirittura strappato intere pagine del suo romanzo personale per semplificare la trama”.

Tuttavia, se provo a staccarmi dalla mia preferenza vedo anche che con questo procedimento il libro non finisce mai. La fotografa resta sempre giovane e tra i nostri ultimi ricordi c’è la sua bellezza selvaggia. Come reporter di guerra era senza reggiseno sotto la divisa, ma non rinunciava a un tocco di rossetto.

Questa scelta di tempo circolare, se ci pensiamo, è un po’ l’operazione affettuosa che dentro di noi riserviamo a una persona cara che muore: desideriamo imprimere nella sua mente non il declino bensì i giorni migliori.

È una storia che consiglio, perché le descrizioni delle foto invogliano alla loro ricerca e su internet si apre un altro mondo, alla nostra curiosità.

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