“L’angelo del terrore” – Edgar Wallace


Voto: 4 stelle / 5

“L’angelo del terrore “(Barbera editore 2010) è uno dei romanzi più famosi di Edgar Wallace, giornalista, sceneggiatore, commediografo britannico che si dedica al poliziesco per implementare i guadagni. Anzi, ci si butta a capofitto.

Infatti, a un uno come lui amante di cavalli, scommesse, lusso e belle donne, il denaro non basta mai. Oppure, ipotizzo, un uomo cresciuto in una modesta e numerosa famiglia adottiva con alle spalle mille lavoretti prima di sfondare nel giornalismo, non sa maneggiare ciò che meno conosce: i soldi.

Trama de L’angelo del terrore

La vita di Lydia, una giovane disegnatrice di moda e fumetti, viene sconvolta nell’arco di 24 ore in modo tanto repentino, quanto radicale da un’eredità da capogiro, che però fa gola a terzi. Malgrado i consigli di un avvocato che cerca di tutelarla, la ragazza capirà a sue spese quanto questa fortuna inaspettata metta in pericolo la sua vita. Perché, in caso di morte prematura, un duo diabolico entrerebbe legalmente in possesso dei suoi beni.

Una coppia composta da chi ha scelto di non avere scrupoli e da chi non ne hai mai avuti. E sempre vicina a Lydia, che sottovaluta le raccomandazioni di chi le vuole bene.

Recensione

“L’angelo del terrore” pubblicato nel 1922, come la maggior parte dei polizieschi di Wallace, non segue il format classico deduttivo del whodunit. Infatti, poiché nei primi capitoli assassino, movente e vittima designati sono noti, la suspense viene dirottata sull’attesa e sulle modalità di un’azione omicidiaria meticolosamente progettata, con soluzioni di riserva in caso di insuccesso.

Il lettore lo sa e, come spiega Hitchcock nella celebre intervista a Truffaut, è proprio questa consapevolezza a generare suspense. Se invece il lettore fosse all’oscuro del piano, l’assassinio piomberebbe come una semplice sorpresa.

In questo poliziesco la rivalità si accende tra due donne complementari, supportate da analoghi aiutanti, il cui rapporto di forza progressivamente si inverte. L’epilogo sfuma tra i colori del deserto e del Mediterraneo.

Ho apprezzato l’atmosfera retro delle ambientazioni in Costa Azzurra tra locali esclusivi, macchia mediterranea e ville da sogno sul mare. Cento anni fa percorrere in auto la Grand Corniche doveva essere spettacolare. Ho immaginato l’eleganza di mise sartoriali e abiti flapper, quelli lanciati da Coco Chanel, e di tenute sportive. Perché negli anni Venti la donna scopre la libertà di tennis e nuoto.

Dialoghi veloci ed ironia, cambi e colpi di scena, un viavai di personaggi secondari creano vivacità, ma anche situazioni poco credibili.

Un noir sofisticato

L’antitesi del titolo concentra l’ambiguità di una vicenda in cui parole, fatti ed emozioni hanno una doppia lettura. C’è chi è pronto a tutto per evitare le ristrettezze economiche, che altri sono pronti ad affrontare, pur di mantenere un impegno. Un inganno a fin di bene. Una buona azione con secondi fini. Un innocente dietro le sbarre. Il vantaggio e le insidie di essere soli al mondo. Il bifrontismo del denaro: soluzione e fonte di problemi. I rischi del matrimonio, tra una sposa mancata e una sposina vedova. Il lato demoniaco di una bellezza straordinaria.

E naturalmente, come nel Wallace migliore, non mancano travestimento e tocco esotico con frange da feuilleton quando entra in scena un misterioso Saraceno, chiamato più prosaicamente “negro”(sic!).

Questo romanzo, considerato dai contemporanei un page turner ossia uno di quelli che si leggono tutto d’un fiato, oggi può apparire puerile e macchinoso. Però, secondo me, ha il pregio di non avere pretese oltre l’intrattenimento. Quella che mi piace chiamare una lettura scacciapensieri, benché datata, scritta da un grande comunicatore come Edgar Wallace.

Non penso si possa chiamare diversamente il co-sceneggiatore di “King Kong” che per lo share intuì la necessità di rafforzare i tratti umani dell’omonimo gorilla. Purtroppo, la morte nel 1932 impedì a Wallace di gioire del successo del film, uscito nelle sale l’anno successivo.

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