“Le donne dell’anima mia” – Isabel Allende


Voto: 5 stelle / 5

Scritto durante il lockdown, “Le donne dell´anima mia” (Feltrinelli, 2020) è la voce vera di Isabel Allende: il suo sguardo a ritroso verso la sua vita passata, lo sguardo consapevole e lucido verso il presente , lo sguardo pieno di passione progetti verso il futuro. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Paula”, “Il gioco di Ripper”, “La casa degli spiriti”, “Lungo petalo di mare”, “Il quaderno di Maya” e “Oltre l’inverno”.

Trama de Le donne dell’anima mia

Da una donna per tutte le donne e non solo, si potrebbe dire leggendo l´ultimo romanzo di Isabel Allende: il racconto di una vita vissuta in ogni sua sfumatura, costellata di gioie , ma anche di profondi dolori che hanno segnato profondamente l´animo della scrittrice.

Ripercorrendo le vicende della sua vita, Isabel descrive una ad una le donne che hanno accompagnato il suo cammino. “ Le donne dell’anima mia “, dice, parafrasando il titolo di un altro dei suoi splendidi romanzi, “Ines dell’anima mia” .

Si parte dalla madre Panchita, una donna con un´educazione molto rigida, costretta a rinunciare a coltivare i suoi talenti perché per la società del tempo era impensabile che una donna potesse dipingere. Solo nella vecchiaia Panchita aveva ripreso i pennelli in mano …

So che rimpiangeva di non aver osato dare la giusta priorità alla pittura, come io, alla fine, sono riuscita a fare con la scrittura

Un rapporto non sempre facile quello tra madre e figlia, soprattutto con una giovane Isabel ribelle a ogni convenzione. Con il passare del tempo, tuttavia, anche grazie ad una fitta corrispondenza dove ognuna ha potuto raccontare se stessa, è diventato profondo, vero e indissolubile, “perché le madri sono alberi dalle radici salde”.

Molti sono i racconti di donne che, con il loro impegno e la loro testimonianza, contribuiscono in maniera concreta a fare in modo che la condizione femminile sia migliore in tutti gli angoli della terra .

Significativa la storia di Olga Murray, avvocatessa ultranovantenne che si dedica totalmente alla sua fondazione per salvare dalla vendita le bambine nei villaggi del Nepal, assicurare loro una vita dignitosa, garantendo sanità e istruzione.

Recensione

Pagina dopo pagina, Isabel ci presenta figure di donne carismatiche e coraggiose, “ non ho bisogno di inventare le protagoniste dei miei libri, donne forti e decise e, perché ne sono circondata

E forte e decisa lo è anche Isabel, nel portare avanti i suoi ideali, le sue scelte. E dalle sue parole, dal suo modo di scrivere e di raccontare si disegna il ritratto di una donna intelligente. Riesce a parlare con garbo e senza vergogna di qualsiasi argomento, riflette e si forma un’opinione su tutto.

E grazie all’avanzare dell’età e a un carattere assolutamente ben definito, si ha l’immagine di una donna serena, consapevole dei propri limiti e delle proprie qualità. Un vulcano di passione e voglia di fare: “ non sono pronta a lasciar spegnere la fiamma e spero di non esserlo mai,”

Mi sono liberata dell’insicurezza, dei desideri irrazionali, dei complessi inutili che non valevano la pena, Lascio che le cose vadano per il loro corso, mi alleggerisco… avrei dovuto farlo prima

E non può mancare un ricordo della figlia Paula, la cui scomparsa ha sconvolto la vita della scrittrice. Un dolore rielaborato e accettato solo dopo un lungo percorso di sofferenza e grazie alla potenza salvifica della scrittura. Nel 1996 è sfociato nella fondazione di un ente benefico che si occupa dei più disagiati.

Bisogna dimenticare le offese e scrollarsi di dosso la negatività; ci vuole più energia per il rancore e l’ira che per perdonare. E la chiave della felicità è perdonare gli altri e perdonare noi stessi. Gli ultimi anni possono essere i migliori, a patto di scegliere l’amore invece della paura”.

Come sempre Isabel Allende si rivela maestra di vita, non sedendosi su un piedistallo e impartendo lezioni, ma condividendo il proprio pensiero e la propria esperienza.

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