Leggere, leggere, leggere.

Non sono il primo a insistere sull’importanza della lettura. Persone ben più autorevoli di me già lo hanno fatto: Giuseppe Prezzolini (Saper leggere); Italo Calvino (Perché leggere i classici); Marcel Proust (Del piacere di leggere); Virginia Woolf (Leggere, recensire); Peter Bichsel (Il leggere, il narrare). Mi auguro solo di non essere l’ultimo. Ma non credo.


L’importanza della lettura: il confronto

La lettura è fondamentale, per chi voglia scrivere. Le ragioni sono diverse. La prima è molto semplice.

Leggere significa confrontarsi con una visione del mondo diversa dalla propria. Ogni autore ne ha una tutta sua. Che dipende dall’ambiente in cui è vissuto, dalla sua formazione culturale, dalle esperienze attraverso cui è passato.

Questo ci permette di paragonare, se così si può dire, la sua visione alla nostra. Di verificare in cosa possiamo concordare e in cosa no. Alcune cose le rifiuteremo. Ma altre le terremo per buone. Perché ci permetteranno di metterci in discussione.

Lettura e crescita personale

Il che favorisce la crescita personale. Ogni lettura, infatti, ci cambia. Come lettori – e anche come esseri umani – noi ci evolviamo. Libro dopo libro, noi diventiamo altro. Io non sono più lo stesso di quando avevo vent’anni. Da allora molte letture sono passate.

I libri letti in passato ci consentono di comprenderne altri. Inclusi quelli che non avevamo compreso per mancanza di esperienza. Perché non eravamo pronti. E quando non sei pronto, un libri non lo riesci a leggere nemmeno se ti metti a sacramentare in turcomanno.

Se invece sei pronto, lui si inserisce nel tuo mosaico personale, trovando il posto che gli spetta e gli compete.

È allora che i conti tornano.

Dal primo all’ultimo.

Lettura come allenamento

Sì, magari questo è un concetto particolare.

Ma provate a pensarci.

Qualche paragrafo sopra, ho detto che leggere è fondamentale, per chi voglia scrivere.

Perché costituisce una sorta di allenamento alla scrittura. Attraverso, appunto, il confronto. Bisogna leggere di tutto, ma specialmente le opere del genere in cui ci si vuole misurare. Voglio scrivere poesia? Leggerò molte poesie. Voglio scrivere narrativa? Leggerò molti racconti e romanzi. E via di questo passo.

Se mentre si legge si comincia a scrivere, si noterà una cosa curiosa (ma fino a un certo punto). Scatta l’imitazione. O l’emulazione, se preferite. Le prime vostre prove letterarie recheranno nette le tracce di altre voci: quelle che vi avranno maggiormente colpito e che avrete sentito affini alla vostra sensibilità. Dopo ci che, svilupperete una voce che potrete definire vostra perché vi renderà riconoscibili presso eventuali lettori.

Non solo: leggere produrrà anche un effetto pragmatico.

Vi permetterà infatti di vedere cosa hanno scritto gli altri. Questo vi porterà a operare una sorta di selezione interna. Alcune cose le scriverete perché non le ha scritte nessun altro. Altre invece non le scriverete perché avrete scoperte che qualcuno le ha scritte prima di voi, ma soprattutto meglio di voi.

Leggere gli altri, insomma, vi renderà originali.

Perché avrete sviluppato una voce distinguibile e contenuti che saranno soltanto vostri.

Se volete crescere come scrittori, quindi, leggete. Altrimenti resterete come quei nanetti che ogni tanto si vedono nei giardini.

Poi non lamentatevi, eh.

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