“L’equilibrio è un’antica vertigine” – Roberta Di Pascasio


Voto: 4 stelle / 5

“L’equilibrio è un’antica vertigine” è il nuovo romanzo di Roberta Di Pascasio, pubblicato alla fine del 2021 da Augh edizioni (gruppo Alter Ego). Finalista al Contropremio “Carver”, è ambientato nella Roma dabbene e tratta di vuoti da colmare, sensi di colpa e capacità di perdonarsi.

Trama di L’equilibrio è un’antica vertigine

Al centro del romanzo c’è Orlando, un uomo sulla soglia dei quarant’anni impensierito dai primi segni dell’età: i suoi capelli scolorano e cadono, mentre quelli di suo fratello sono ancora rigogliosi e tronfi. Attraverso la voce narrante in terza persona, al tempo presente, e al discorso indiretto libero scopriamo che dietro la cupezza di Orlando c’è molto di più: sta scontando la sua pena personale dopo essere stato coinvolto, insieme a suo fratello, in un incidente stradale.

Ecco che l’universo, a due anni dalla tragedia, si raccoglie intorno a lui per accompagnarlo verso una sorta di muta.

Come l’Orlando di Virginia Woolf, il protagonista di Roberta Di Pascasio attraversa il tempo e se ne trova cambiato. E siccome “nessun uomo è un’isola”, in questo percorso viene affiancato da alcuni personaggi. Ci sono dei Maestri (un professore universitario che lo riavvicina al potere salvifico della scrittura, una vicina di casa un po’ stramba che lo aiuta ad accettare le proprie imperfezioni) e delle compagne, che risvegliano la voglia di raccontarsi e il contatto col proprio corpo.

Recensione

La prima cosa che colpisce de “L’equilibro è un’antica vertigine” è lo stile. Si è solo vittima di un preconcetto se ci si stupisce che una donna possa scegliere una parlata carnale, corporea, a tratti scurrile, perché è proprio così che funziona: è l’autore a obbedire ai personaggi e non il contrario. La lingua ci avvicina al mondo superficiale dei due fratelli Orlando e Filippo, un mondo fatto di certezze e di persone vincenti. In questo modo ci appare ancora più chiaro come la vera forza risieda nei perdenti, più abituati a rialzare la testa soprattutto dopo un evento devastante.

“D’improvviso gli torna in mente uno degli insegnamenti del padre quando era un bambino: «Orlando, devi dare sempre la mano con piglio deciso, mai morbida o insicura». Gli sembrò un consiglio inconsistente e superfluo al tempo, dietro invece c’era un’idea ben precisa dell’esistenza, carica di coraggio, di consapevolezza, di dignità. Qualsiasi cosa accada, stringi forte”

L’azione si alterna a momenti di introspezione e a scambi di dialoghi in cui è la lingua a caratterizzare tutti i personaggi. Abbiamo il linguaggio forbito di Sofie, gli scambi scaltri di Elettra, la durezza di Filippo. Questa attenzione verso i personaggi ci immerge in un romanzo a tre dimensioni, in cui anche noi riflettiamo sulle nostre relazioni e sulla nostra capacità di perdonarci.

“Odiava le menzogne, le omissioni, i chiaroscuri. Se esiste una grammatica delle persone, pensa Orlando, lei era un verbo. Parlare decidere agire. La variabile del discorso che esprime un’azione o uno stato, un modo di essere, la sua esistenza.”

“L’equilibrio è un’antica vertigine” è un romanzo che nasce dal dolore e cerca di tramutarlo in ragione di vivere. Consigliato a chi crede nelle seconde possibilità.

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