Lettura di alcuni sonetti d’amore di William Shakespeare


Voto: / 5

Siamo soliti pensare a William Shakespeare come ad un grande drammaturgo, mettendo in secondo piano la sua produzione lirica.

Negli ultimi anni del ´500, quando i teatri erano chiusi a causa di una epidemia di peste, Shakespeare compose una raccolta di 154 sonetti, tutti dedicati all’amore, che pubblicò qualche anno più tardi.

Nei sonetti, l’amore viene cantato e rivolto a diversi destinatari: ad un amico, alla donna amata, all’esaltazione dell’amore stesso come medicina che guarisce ogni male.

I più bei sonetti d’amore di William Shakespeare

A detta dei critici, forse il più famoso è il sonetto numero 18, dedicato ad un amico, esaltandone la bellezza, la gioventù e affermando l’amore come stagione che non conosce fine.

Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate ha vita troppo breve.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo
e spesso il suo aureo volto è offuscato,
e ogni bellezza col tempo perde il suo fulgore,
sciupata dal caso o dal corso mutevole della natura.
Ma la tua eterna estate non sfiorirà,
né perderai possesso della tua bellezza;
né morte si vanterà di coprirti con la sua ombra,
poiché tu cresci nel tempo in versi eterni.
Finché uomini respireranno e occhi vedranno,
vivranno questi miei versi, e daranno vita a te.

 

Nel sonetto 29, Shakespeare esalta la forza dell´amore, l´amare che guarisce ogni dolore, l´amare che rende migliore ogni creatura e porta l´uomo in una condizione di pace e gioia interiore.

Talora, venuto in odio alla Fortuna e agli uomini,
io piango solitario sul mio triste abbandono,
e turbo il cielo sordo con le mie grida imani,
e contemplo me stesso, e maledico la sorte,

agognandomi simile a tale più ricco di speranze,
di più belle fattezze, di numerosi amici,
invidiando l’ingegno di questi, il potere di un altro,
di quel che meglio è mio maggiormente scontento;

ma ecco che in tali pensieri quasi spregiando me stesso,
la tua immagine appare, e allora muto stato,
e quale lodola, al romper del giorno, si innalza
dalla terra cupa, lancio inni alle soglie del cielo:

poiché il ricordo del dolce tuo amore porta seco
tali ricchezze, che non vorrei scambiarle con un regno.

 

Tra i sonetti di Shakespeare , forse il più noto è il 116, anch´esso dedicato all´amico, nel quale si celebra e si esalta l´amore duraturo, la sua forza e la sua potenza.

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.  

 

Il sonetto 130 è invece dedicato alla donna amata , descritta nelle sue imperfezioni, nei suoi difetti, nella sua autentica immagine, non di donna eterea, ma di donna reale.

Gli occhi della mia donna non sono come il sole;
il corallo è assai più rosso del rosso delle sue labbra;
se la neve è bianca, allora i suoi seni sono grigi;
se i capelli sono crini, neri crini crescono sul suo capo.
Ho visto rose variegate, rosse e bianche,
ma tali rose non le vedo sulle sue guance;
e in certi profumi c’è maggiore delizia che nel fiato che la mia donna esala.
Amo sentirla parlare, eppure so
che la musica ha un suono molto più gradito.
Ammetto di non aver mai visto camminare una dea,
ma la mia donna camminando calca la terra.
Eppure, per il cielo, ritengo che la mia amata si straordinaria
come ogni altra donna falsamente cantata con immagini esagerate.

 

Video con lettura recitata dei sonetti

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  1. Stefania 12/01/2020

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