“Leviatano ovvero la balena” – Philip Hoare


Voto: / 5

Partendo di volta in volta da un aneddoto, una storia, un ricordo personale, una pagina di libro epico o sacro, un esperimento scientifico o una esplorazione geografica, Hoare ricostruisce con maestria mondi interi, scoperte meravigliose nello spazio e nel tempo (e soprattutto in mare)


Due parole sull’autore

leviatano - copertinaLa cosa forse più curiosa di questo libro è che pare non siano reperibili notizie in lingua italiana circa il suo autore, Philip Hoare. Ho scoperto solo che è inglese, e che le balene sono la sua “fissazione” (in senso buono, eh).

Ha pubblicato diversi libri e per la BBC, ha scritto e presentato due programmi televisivi sulle balene e diretto tre documentari, è scritto in quarta di copertina. In più, questo suo libro nel 2009 ha vinto il Samuel Johnson Prize per la Non-Fiction.

Che come biglietto di presentazione non è poi malaccio, se ci pensiamo bene.

Un rapporto problematico con l’acqua

A leggere il prologo sembra di capire che Leviatano ovvero la balena affondi le proprie radici nel rapporto problematico che si è venuto a instaurare fra l’autore e l’acqua:

C’è mancato poco che nascessi sott’acqua, forse è questo il motivo.
Uno o due giorni prima del termine della gravidanza i miei genitori erano in gita a Portsmouth, e la visita prevedeva anche l’entrata in un sottomarino. Mentre scendeva la scaletta, mamma fu presa dalle doglie. In un primo tempo sembrava che dovessi fare il mio ingresso nel mondo sotto il pelo dell’acqua, ma poi il parto avvenne a casa nostra.

Con un curioso effetto contrappasso, fra l’altro: L’acqua fonda mi ha sempre fatto paura. Tanto è vero che Hoare ha imparato a nuotare soltanto verso i venticinque anni, vincendo le proprie paure. Così da poter affermare: Oggi il mio rapporto con l’acqua è molto cambiato. Il che in un certo senso viene integrato da una sofferta consapevolezza: L’acqua nasconde e svela al tempo stesso, con modalità che mi turbano. È un’amante ingannevole e senza pietà.”

Il contenuto de Leviatano, ovvero La balena

Oltre al prologo, questo saggio prevede quindici capitoli: Emersioni; La traversata; Il capodoglio; Una legge ripugnante; Una terra lontana; Ordini sigillati; Il divino magnete; Tale e quale a una balena; Del corretto uso delle balene; La bianchezza della balena; La balena malinconica; La Guerra Fredda della balena; Whale watching: osservare le balene; I confini della Terra; La caccia.

Fin dal principio la scrittura di Hoare muove da da aneddoti personali, popolandosi di suggestioni e associazioni di idee, spesso di natura storica e letteraria. Il tutto rende leggera e gradevole una trattazione che corre il rischio di non essere tale. Ogni parola e ogni frase svelano la grande passione dell’autore per il mare e per le sue creature. Senza peraltro essere mai pedante o istituzionale in senso deleterio. Confidandoci anzi che a colpirlo della balena è la sua eccezionalità, il suo essere creatura aliena al di fuori di ogni parametro pur vivendo sul nostro pianeta.

L’importante, vuole forse essere il messaggio in certo senso sotterraneo del libro, è non perdere mai la capacità di stupirsi per cose che credevamo normali oppure ordinarie. E che invece non le sono.

Philip Hoare, Leviatano ovvero la balena, Torino, Einaudi, 2013

[bs-white-space]

Commenti