“M Il figlio del secolo” – Antonio Scurati


Voto: 5 stelle / 5

Pubblicato nel 2018 da Bompiani, il romanzo “M Il figlio del secolo” di Antono Scurati ha vinto il Premio Strega nel 2019.

Trama

copertina m il figlio del secolo

Nel romanzo l’ascesa al potere di Benito Mussolini viene descritta come nessun libro di storia ha mai fatto. Questa minuziosa narrazione inizia nel 1919, quando l’Italia post bellica reclama la promessa annessione della citta di Fiume. Termina nel 1925, quando il partito fascista è al governo.

Dopo la fine della guerra, collera, insoddisfazione e frustrazione sono i sentimenti dominanti. Serpeggiano tra i reduci di una guerra di vincitori sul fronte, diventati perdenti al tavolo delle trattative, così, mentre Gabriele D’Annunzio parla di “vittoria mutilata”, Benito Mussolini si fa strada. Facendo leva su questi sentimenti, sulla natura violenta degli ex combattenti che sono ora incapaci di trovare un posto nella società, l’ex socialista, direttore de “Il popolo d’Italia”, li conquista e ne fa i suoi seguaci. O non sarebbe sbagliato dire, i suoi segugi.

Scopriamo in questa interessante ricostruzione degli anni più importanti della nostra storia recente, che è stato un grande malinteso che, alla fine del 1920, ha permesso ai fascisti di accrescere in poche settimane i loro consensi. Hanno giocato molto a favore a un’informazione sommaria e pilotata e una violenza che è stata voluta e non ostacolata. Nel novembre di quell’anno gli squadristi assaltano il palazzo comunale di Bologna, ma dell’irruzione armata vengono accusati i socialisti, anche loro armati, ma solo per difendersi dall’aggressione che temevano.

Espulso dal partito socialista nel 1914 per le sue posizioni interventiste nel conflitto in corso, già sobillatore del nazionalismo, nel 1920 Mussolini abbandona completamente gli ideali che lo avevano animato negli anni precedenti. Il fascismo diventa un partito borghese, l’ateismo va abbandonato.

“Il Vaticano rappresenta quattrocento milioni di uomini sparsi in tutto il mondo, qualsiasi politica intelligente deve usare questa forza colossale.”

Il fascismo è diventato un partito di destra a tutti gli effetti.

Grazie all’analisi di Scurati, scopriamo che il comunismo è rimasto ideologia inattuata in Italia perché gli imprenditori, messi in ginocchio dalle proteste degli operai che chiedevano paghe e orari di lavoro adeguati hanno finanziato gli squadristi arrivati come manna dal cielo.

Recensione “M Il figlio del secolo”

Il romanzo mette in luce un aspetto che forse si è sempre poco considerato quando si è studiato il fascismo. Quando si parla di ventennio fascista, si parla della marcia su Roma, di Giacomo Matteotti, delle leggi razziali e di tutto quello che è accaduto dopo.

Qui si analizza quello che è successo all’inizio, affinché il lettore possa cercare di comprendere come un partito violento che, nel 1919 aveva pochissimi sostenitori, in pochi mesi sia riuscito ad accrescere notevolmente il numero dei suoi iscritti e ad avanzare, sempre con la violenza, fino a marciare su Roma nel 1922.

Dopo l’ingresso in Parlamento, Mussolini vorrebbe mettere da parte la violenza che gli è servita per arrivare dove è arrivato. Il suo spirito socialista sembra bussare alla porta della sua moralità. Si rende conto che per rendere duraturo e stabile il suo consenso non può fondarlo sulle spedizioni punitive, quelle di cui Giacomo Matteotti prende nota fedelmente (lui stesso ne è stato vittima). Ma non può, si metterebbe contro gli ex combattenti, tutti coloro che non sanno che farsene di una vita senza violenza, l’unica loro soddisfazione è lì, in quello sfogo che forse libera, ma certamente non appaga.

Non c’è alcun dubbio sul fatto che a far leva sull’insoddisfazione, sulla delusione, si guadagni sempre un po’ di consenso.

“Che cosa meravigliosa il panico, questa levatrice della Storia!”

Mussolini è stato abile nell’avvinghiare questo consenso praticando la violenza che ha fomentato e di cui si serve per squarciare la democrazia nel suo momento di maggiore debolezza.

Un elemento molto attuale, anche se è storia di un secolo fa, riguarda i territori in cui il fascismo si è diffuso prima e più velocemente, ovvero nel nord Italia. L’Emilia Romagna in primis, dove i contadini e la classe operaia stavano acquistando molta forza, i loro scioperi ad oltranza stavano dando molto filo da torcere agli imprenditori: sembrava quasi che la rivoluzione russa si fosse trasferita nella pianura padana.

Il problema era il Mezzogiorno. Mussolini non raccoglieva consensi in “questa scheggia di Medioevo incistata nelle carni della nazione”.

La figura di Mussolini.

Nel romanzo c’è il ritratto di un uomo devoto alla famiglia come biglietto da visita indispensabile per cucirsi addosso l’etichetta sbiadita di uomo irreprensibile, indispensabile a un uomo che debba dirigere un paese.

Ci sono elementi che fanno riflettere sulla condizione della donna dell’epoca. Rachele Mussolini non era una donna colta, era figlia della compagna di suo padre che gliela “concesse” per accontentare un suo capriccio. Era la donna perfetta per quelle che erano le sue intenzioni. In pratica Rachele è stata la donna che gli ha cresciuto i figli.

Ma la donna che accompagna Mussolini durante tutto il racconto non è Rachele, ma Margherita Sarfatti, collezionista e critico d’arte, socialista, ebrea, sposata, che ha perso suo figlio durante la Grande Guerra. Margherita è l’elemento chiave nell’ascesa di Mussolini. E’ lei che prepara alcuni suoi importanti discorsi, è lei che possiede quella raffinatezza che a lui manca per conquistare il popolo.

La narrazione è molto semplice, anche quando il racconto diventa più complesso, Scurati porta per mano il lettore, per non perderlo, con spiegazioni chiare e lineari.

Molto utile il “catalogo” dei personaggi divisi per colore politico alla fine del libro e molto suggestiva è l’offerta al lettore di brevi articoli dei quotidiani dell’epoca, di documenti privati e pubblici grazie ai quali ci si può catapultare negli anni Venti. Sembra quasi di sentire la voce altisonante e inespressiva del duce che, dalla redazione del suo quotidiano, conquista il popolo promettendogli paura.

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