“Norwegian Blues” – Levi Henriksen

Trama


Voto: / 5

Norwegian Blues è un racconto leggero, nostalgico e dal tipico timbro nordeuropeo. Jim Gystad è un produttore musicale stanco delle regole e delle imposizioni di un mercato musicale ormai stagnante. Un giorno si ritrova sbronzo ad una funzione religiosa in un paesino norvegese ed è lì che avviene l’incontro che gli cambierà la vita: sente cantare i fratelli Thorsen, un trio ormai in pensione che non ha nessuna intenzione di riprendere in mano gli strumenti. Gystad inizia quindi una personale crociata per riportarli a suonare, allontanandosi contemporaneamente dal caos della città e di una vita troppo frenetica.

Trova una casa nello stesso paese dei fratelli, torna a lavorare come elettricista e cerca qualsiasi contatto possibile con i cantanti, al limite dello stalking. Poco a poco i Thorsen iniziano a fidarsi, prima le sorelle e infine anche lo scontroso fratello. Gystad si immerge nella loro vita e così facendo riscopre anche la voglia di fare quel lavoro che ha sempre amato producendo musica autentica.

Recensione di Norwegian Blues

copertina norwegian bluesHenriksen delinea una storia agrodolce senza fronzoli. La partenza è lenta ed è difficile immedesimarsi nel personaggio di Gystad. Sembra una banderuola impazzita senza punti fermi se non la passione per la musica. Tuttavia, nel corso della narrazione appare chiaro che il vero perno della storia non sia lui, nonostante la scelta della prima persona. Il cuore pulsante del racconto sono i fratelli Thorsen e più ci si immerge nelle loro vite più si ha voglia di continuare a leggere, capire e scoprire.

Gystad diventa secondario nella sua stessa vita, è al servizio di questi cantati fenomenali. La caratterizzazione dei Thorsen a tratti è quasi macchiettistica, con un fratello estremamente scontroso e delle sorelle che si fissano su questioni inutili. Ma bisogna ricordare che sono ultraottantenni e ogni buon vecchietto ha le proprie fissazioni e a volte un pessimo carattere.

In Norwegian Blues non ci sono grandi svolte o effetti speciali. Anzi, le domande e i misteri che emergono nel corso della narrazione non hanno nemmeno una risposta. Lo stile è privo di eccessi, ma alcune volte lo scrittore si abbandona a descrizioni e ghirigori poco efficaci che interrompono il fluire della storia. Aneddoti musicali e paesaggi quasi onirici accompagnano i nostri protagonisti nel corso di tutto il libro, facendoci sentire parte di un mondo fuori dal tempo. In conclusione, si tratta di un racconto drammatico, vero, comico, amaro. Una storia di tramonto di vite, di vecchiaia e riscatto personale, oltre ai rimpianti.

Beatrice Barbiero

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