“Piuttosto che morire m’ammazzo” – Guido Catalano


Voto: 4,6 stelle / 5

“Piuttosto che morire m’ammazzo” (Bur 2018) è una raccolta di versi non in rima di Guido Catalano attraverso i quali racconta l’amore e offre spunti con cui destreggiarsi tra i “pericoli”, cui inevitabilmente inciampiamo quando sentiamo quelle famose “farfalle nello stomaco”.

Cos’è Piuttosto che morire mi ammazzo

La raccolta “Piuttosto che morire mi ammazzo” è nata con Miraggi Edizioni nel 2013 e dal 2018 è disponibile in Bur Rizzoli. Affronta con vivacità ed umorismo cose che tutti hanno vissuto almeno una volta. L’amore i sentimenti sono sempre fulcro e centro delle sue poesie, dei suoi racconti, ma la sua straordinaria capacità di attirare un pubblico così ampio e critiche assolutamente positive consiste nel non essere mai banale. I suoi testi sono ricchi di riferimenti musicali, di citazioni, rimandi alla filmografia. Un interessante intreccio di poesia e altri riferimenti: tecnica, questa, capace di attirare anche il lettore più giovane perché riesce, attraverso l’attualità del riferimento, magari una canzone, a riconoscersi nel protagonista e nelle sue pene d’amore.

L’autore

Essendo un’inguaribile romantica mi affascinano le storie d’amore, ma essendo una reale romantica l’idea dell’amore travagliato, sofferto, manifestato mediante gesti e parole forti mi attira ed incuriosisce ancora di più. Inevitabile quindi imbattersi e conoscere l’autore e il testo di cui vi racconterò in questa recensione.

Guido Catalano nasce a Torino nel 1971, è poeta e performer presenta i suoi libri in giro per l’Italia da oltre 15 anni esibendosi in teatri, festival. Collabora con Smemoranda e con l’edizione torinese del “Corriere della Sera”. Con Rizzoli ha pubblicato il romanzo “D’amore si muore ma io no”, “Ti amo ma posso spiegarti”, e la raccolta di poesie “Ogni volta che mi baci muore un nazista”. La critica è concorde nel definirlo un poeta, anche se lui preferisce questa definizione: “piuttosto di fare il poeta preferisco scrivere poesie”.

È irriverente e a volte impacciato, ironico spesso sboccato, ma questa è proprio la sua forza, mai volgare grazie all’uso di un linguaggio intelligente capace di esprimere grandi parole, parole d’amore, sfoghi, paure e sogni. Nei suoi componimenti troviamo tutte le difficoltà di un “innamorato cronico” e la lucidità di chi usa, e sa usare il sarcasmo con maestria ed estrema naturalezza.

Guido Catalano quindi, nonostante le sue reticenze nel definirsi un poeta, lo è realmente. Lui è un poeta contemporaneo che racconta gli stati del cuore apparendo disilluso, sembrando sboccato, trattando tematiche sociali con un linguaggio diretto, capace di catturare subito l’attenzione.

Recensione

Il cuore, caro alle tematiche poetiche, letterarie e musicali nei suoi componimenti acquisisce un ritmo tutto nuovo. Se questa caratteristica della sua scrittura da un lato disorienta il lettore che si avvicina alla conoscenza di Catalano, dall’altro lo incuriosisce a tal punto da spingerlo a proseguire in questo “strano” ma “fantastico” viaggio nei sentimenti.

Per chi invece, già conosce l’autore, il sentimento durante la lettura è un altro, cioè quello di terminare il libro il più velocemente possibile per iniziare il nuovo. Le parole, sapientemente elaborate ed usate da Catalano, riescono ad esprimere un sentimento folle, che spesso è capace di “spaccarti i denti “e al contempo riescono a strappare una risata al povero protagonista e allo stesso lettore.

Autore ironico e dotato di sarcasmo, Catalano è un poeta e un paroliere, citazioni, allitterazioni e ossimori arricchiscono il suo romanticismo e la sua poetica che, sebbene non in rima, come la poesia più classica ci insegna, riesce ad esprimere tutto l’amore contenuto nelle parole ma anche nei pensieri dell’autore.

“Aveva occhi nerissimi fu grazie a lei che capii che il nerissimo può competere con e addirittura di molto battere l’azzurrissimo il bluissimo e, si, pure il meraviglioso verdissimo… , perchè scrivi di me al passato? mi chiedeva – per dare alla poesia un’aura di malinconia che spacca rispondevo – ma io sono qui diceva – e per fortuna sì”. (Fu grazie a lei che capii pp. 39-40)

Con il suo atteggiamento da “non poeta”, Catalano riesce ad entrare con facilità nelle case e nei cuori del pubblico, semplice, a volte sboccato, non sempre immediatamente comprensibile. Lui è un poeta moderno che utilizza il comune, sentimenti, momenti, fatti della vita, per raccontare le vicissitudini che tutti affrontiamo. Le abbellisce con quelle sue parole, poetiche ma mai incomprensibili.

Rende la poesia attraente ed interessante anche a chi con i classici e la metrica non è andato mai troppo d’accordo, avvicinando così lettori differenti tutti accomunati dalla passione per la lettura dei suoi testi. Non è un caso, infatti, se le presentazioni dei suoi libri in librerie, festival, forum raccolgono sempre un ampissimo pubblico, talmente numeroso e appassionato che anche lo stesso Catalano ancora riesce a meravigliarsene.

Giovanna Pellicori

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