Sandro Penna: commento sulla sua poetica

È considerata una delle voci più rappresentative della poetica del Novecento quella di Sandro Penna, anche se il suo essere riservato e lontano dai clamori, non sempre ha permesso di riconoscere il vero valore dei suoi versi e della sua poetica.


Biografia di Sandro Penna

Umbro di origine, si trasferisce a Roma negli anni ´20, dove inizia a frequentare i circoli intellettuali e conosce le correnti letterarie del tempo. Inizia a scrivere i suoi primi componimenti, mentre si mantiene con lavoretti saltuari in giro per l´Italia: è proprio così che entra in contatto con i poeti più importanti di quegli anni, anche se il suo modo di comporre non si uniformerá a quello di quegli anni.

 

Poetica dell’autore

sandro penna

Da subito la sua poetica si rivela atipica e si caratterizza per uno stile completamente opposto a quello in voga nel periodo: il suo linguaggio appare subito chiaro e non criptico,  lontano dai simbolismi e di comprensione immediata: per questo viene subito considerato antitetico a Montale. Spesso le sue liriche si caratterizzano per la brevitá, essendo composte da pochi versi stilisticamente regolari e per l´uso di un vocabolario non ricercato e formato da poche parole ricorrenti.

Egli stesso sembra annunciare nella lirica “Sempre fanciulli nelle mie poesie” il filo conduttore della sua poetica e anche della sua esistenza: l´amore omosessuale che, a tratti velatamente o a volte dichiaratamente, compare nelle sue opere. Ed è del tutto particolare il fatto che Penna usi un linguaggio decisamente “normale” per trattare temi trasgressivi. La semplicità del suo stile non deve però far pensare a superficialità, ma a un´impronta stilistica voluta e cercata .

 “Io vivere vorrei addormentato

 entro il dolce rumore della vita”

Recita una delle sue più celebri poesie, un semplice distico nel quale il poeta afferma il bisogno di una vita fatta di emozioni e sensazioni piuttosto che di pensieri.

Ed è sensazione pura, emozione di gioia estrema anche la lirica “ Il mare è tutto azzurro”, dove la ripetizione degli stessi vocaboli sembra quasi voler ribadire la gioia provata di fronte al mare azzurro.

Trasferire  il realismo all´interno della sua poetica, consente a Penna di creare nella sua poesia una sorta di mondo parallelo, uno spazio nel quale rifugiarsi per allontanarsi dal mondo che in qualche modo lo aveva relegato ai margini.

Dopo la pubblicazione delle sue raccolte di poesie negli anni 70, la critica si accorse di lui, in particolare Pier Paolo Pasolini, suo grande estimatore che curò la recensione della sua raccolta “Un po´di febbre”.

Dopo la sua morte, avvenuta in povertà e solitudine, nel 1977, la critica ha iniziato a valutare positivamente l´opera di Penna, sicuramente una voce fuori dal coro o  per usare le sue parole

Beato chi è diverso

essendo egli diverso.

Guai a chi è diverso

essendo egli comune.

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  1. Stefania 07/09/2019

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