“Sulle spalle dei giganti” – Umberto Eco


Voto: 5 stelle / 5

“Sulle spalle dei Giganti” è l’espressione attribuita a Bernardo di Chartes, filosofo francese vissuto nel XII secolo, che il grande Umberto Eco, una delle figure più importanti del panorama culturale italiano e non solo, prende in prestito per il titolo di una pubblicazione uscita postuma nel 2018 per i tipi de La nave di Teseo.

Trama de Sulle spalle dei giganti

Il saggio raccoglie dodici testi scritti dal noto semiologo negli anni 2001 – 2015 per il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, la Milanesiana, dove venivano letti dallo stesso Eco in forma di lectio magistralis. Ogni lectio è accompagnata da alcune immagini, principalmente opere d’arte che vengono citate nel testo e ne agevolano la comprensione.

Il primo saggio, del 2001, dal titolo “Sulle spalle dei giganti”, funge da premessa e da substrato per tutte le successive lezioni (in totale 12). Qui l’autore riflette sul rapporto tra gli antichi e i moderni, tra tradizione e innovazione, sulla possibilità di scrutare il mondo, vedere come è fatto, scoprire cose nuove.

Questo è possibile solo ed esclusivamente rimanendo ben piazzati sulle spalle forti e robuste dei Giganti (gli antichi), proprio come fa un bambino che, mosso da frizzantissima curiosità, sulle spalle del proprio padre si gode un concerto o uno spettacolo che non avrebbe potuto vedere rimanendo coi piedi in terra, poiché ancora troppo basso.

Ugualmente avviene per i moderni e gli antichi, legati pressoché dallo stesso legame di “parentela”: gli uni figli degli altri. La poca “altezza” dei moderni, oltre a negare ogni possibilità di godimento di ciò che v’è “oltre la siepe”, rischierebbe di farli soffocare. Il vero “ossigeno”, anelito per la conoscenza, si respira solo da lassù.

Recensione

È bene sottolineare come la riflessione di Eco non sia affatto assiomatica, ma aperta e problematica. D’altronde, come sosteneva Cartesio: «Il dubbio è l’inizio della conoscenza».

Una sterile laudatio temporis acti, infatti, sarebbe stata improficua ed estremamente retorica. Questo modus cogitandi è da estendersi per tutte le altre lezioni del professore. Tra i tanti argomenti proposti troviamo anche il concetto di bellezza e di bruttezza, e la dicotomia che da sempre rappresenta un oggetto di speculazione prediletto per quasi ogni filosofia: l’idea di assoluto e di relativo.

Particolare curiosità mi ha suscitato l’opera in copertina. Si tratta di un’incisione di William Blake conservata al “Tate” di Londra. Qui viene raffigurato il celebre fisico e matematico Isaac Newton che, nudo, è intento a disegnare con un compasso.

Ho trovato la lettura di questo volume un interessantissimo agglomerato di arte, filosofia, letteratura e sociologia, in pieno stile Umberto Eco d’altronde.

“Sulle spalle dei giganti” è un’affascinante lente di ingrandimento, utile per la comprensione reale del mondo che ci circonda. Qui, «forse nell’ombra già si aggirano giganti, che ancora ignoriamo, pronti a sedere sulle spalle di noi nani.»

Antonello Pilato

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