“Tralummescuro” – Francesco Guccini


Voto: / 5

“Tralummescuro” di Francesco Guccini (Giunti 2019) è un trattato nostalgico di un mondo scomparso, quello dell’infanzia e della giovinezza dell’autore, ambientato a Pavana, nell’Appennino modenese. È stato selezionato dalla Giuria dei Letterati al Premio Campiello.


Trama di Tralummescuro

Il libro riporta alla luce un modo di vivere che Guccini sembra rimpiangere in assoluto, i personaggi che lo hanno accompagnato, le sue sensazioni, le privazioni in situazioni di pura essenzialità che però non sembra siano state vissute come tali.
Approcciarsi al testo vuol dire impegnarsi a comprendere un linguaggio (il dialetto locale su cui è imperniata la scrittura) che non appartiene a tutti, ma Camilleri non ci ha insegnato che possiamo avvicinarci anche a ciò che è lontano da noi? In questo caso il glossario finale, oltre alle spiegazioni a fondo pagina di fronte a termini particolari, ci aiuta non poco.
Già il titolo merita una considerazione: Tralummescuro è quel tempo breve tra il tramonto e la notte, momento in cui lentamente si fa scuro e le suggestioni, per chi sa vederle, sono pura poesia. Ancora una volta dobbiamo riconoscere la potenza evocativa di parole dialettali che perdono forza se solo cerchiamo una corrispondenza nella lingua italiana.

Recensione

È possibile che il lettore avverta che il filo nostalgico presente in tutto il testo sia statico, trincerato nell’idea che le mancanze di un mondo che non esiste più siano state solo opportunità, in contrapposizione ad un presente che l’autore sembra rinnegare. E certamente questo è discutibile. Vale la pena comunque leggere il libro per la minuziosa attenzione data alle descrizione dei luoghi e dei fatti raccontati, per lo struggimento provato e trasferito a chi legge.

Loretta Casagrande

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