“Un dio Giallo” – Alessia Bronico


Voto: 4 stelle / 5

Nel 2018 la casa editrice LietoColle ha pubblicato “Un dio Giallo”, una raccolta di cinquantacinque poesie dell’atriana Alessia Bronico, che hanno una caratteristica molto particolare.

Cos’è Un dio Giallo

L’originalità che spicca all’occhio è che ogni poesia delle prime due sezioni è dedicata a una variazione cromatica indicata col nome tecnico (pantone, Ral 5020, Ral 9010 e così via). Questo non ne impedisce la comprensione ma richiede un po’ di sforzo per la visualizzazione dei colori.

“Eravamo come una giornata che inizia d’inverno e finisce d’estate”

Le sezioni sono tre: Matrimonium, in cui troviamo gradazioni dal giallo al rosso al nero intenso; Furor, dai suoni e colori metallici; e Gradus ad Parnassum, in cui prevalgono la figura di Apollo e, di conseguenza, i colori abbacinanti del sole.

Recensione

Le poesie di “Un dio Giallo” scottano di fame e sensualità. Traducono il desiderio, si sfrangiano in invocazioni e poi comandi; sono piene di movimento.

“Manca riflesso manca sole

manca suono manca amore manca

il fiocco al dito stretto in

matrimonium, manca.”

Parlano di rapporti intensi, conflittuali, erotici, respinti, che roteano vorticosamente e si ricongiungono desiderando eternità. Ho scoperto uno stile carnale, una capacità di snudarsi che sorprende il lettore. Con Alessia Bronico la poesia si fa scavo e insolenza, provocazione, supplica. Gli opposti collidono, diventano “lacrime come pezzi di ghiaccio”, “pensiero, poi fame e preghiera”.

“Siamo la necessità della carne strappata ai sogni:

respira potrei arrivare, potrei continuare l’amore

se non dimentico il sasso al posto del cuore”

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