“Il valore affettivo” – Nicoletta Verna


Voto: 5 stelle / 5

Si definisce un ossimoro, Bianca, una contraddizione in termini, un nome chiaro e luminoso, l’animo nero, oscuro, buio come il senso di colpa che si porta dietro da quando era bambina. È proprio Bianca a narrare la sua storia in prima persona ne “Il valore affettivo” (Einaudi 2021), romanzo d’esordio di Nicoletta Verna, classe 1976, che ha già attirato l’attenzione su di sé ottenendo la Menzione Speciale della Giuria al Premio Calvino 2020.

Trama de Il valore affettivo

Bianca è una donna bellissima, il suo unico difetto fisico è un incisivo spezzato che le da un’aria ancora più sensuale.

Da adolescente ha anche partecipato ad un programma televisivo in cui girava le lettere di un cruciverba gigante guidata dal regista attraverso un auricolare (notate qualche riferimento?), ma lo ha fatto solo per far piacere alla madre.

Ora Bianca vive in un attico meraviglioso a Roma con tanto di terrazzo affacciato sul Colosseo. Il suo compagno Carlo è un cardiochirurgo molto noto e con una carriera brillante davanti. Stanno cercando di avere un bambino.

Una vita perfetta, quindi, ma è solo apparenza. Infatti Bianca ci racconta con la sua voce fredda e distaccata e attraverso continui flashback, la sua vicenda. Di quando era una bambina di sette anni e viveva con i genitori e la sorella Stella in una casa in provincia di Milano. Del suo rapporto con Stella, che di anni ne aveva quattordici, fatto di complicità, affetto, amicizia e sostegno reciproco. Fino al giorno della disgrazia: Stella muore in circostanze poco chiare.

Da quel giorno la famiglia di Bianca comincia a sgretolarsi: la mamma cade in una profonda depressione e tenta più volte il suicidio, il papà non regge più e fugge lontano. Nessuno si occupa di Bianca e del suo grande dolore, di quanto le manchi la sorella, di quanto si senta sola.

Gli anni passano, il cuore di Bianca si inaridisce sempre di più, lei bandisce ogni emozione dalla sua vita per evitare di soffrire ancora, mentre si autoconvince di essere lei la causa della morte della sorella.

Ecco che, per espiare la sua colpa, concepisce un piano assurdo, folle, per riavere Stella con lei, per restituirla a sua madre che non si è più ripresa. Conquista Carlo perchè vede in lui il mezzo col quale realizzare il suo piano e non certo per amore.

Cresce in lei l’ossessione di catalogare mentalmente i rifiuti, è il suo sfogo preferito, perché si sente essa stessa un rifiuto da eliminare. Segue con interesse i peggiori
reality-spazzatura trasmessi dalla televisione, in cui va in scena l’aberrazione dei sentimenti. Mente a Carlo e al mondo intero per nascondere il suo male interiore.

C’è un momento in cui il suo piano sembra prendere forma, ma è solo un momento, dopodiché tutto precipita e neanche la scoperta della verità, alla fine, riuscirà a salvarla da se stessa.

Recensione

Bianca è un personaggio forte, affascinante, nonostante le sue fobie e le sue ossessioni, non si può non amarla. Nicoletta Verna riesce a portare il lettore nella mente, nei pensieri più intimi ed anche più neri di questa giovane donna. Per tutto il romanzo non si può fare a meno di tifare per lei, di sperare che alla fine le cose si aggiustino, che Bianca ritrovi un po’ di serenità e di equilibrio.

“Il valore affettivo” è un romanzo spiazzante, in certi momenti, quando è più forte la percezione dell’assoluta assenza di emozioni in Bianca. Come quando distrugge senza pietà l’elefantino di peluches della figlioccia di Carlo o assiste impassibile all’uccisione dei maiali in campagna.

È un romanzo profondo, suggestivo, in cui sono le emozioni forti a farla da padrone, forti e negative il più delle volte, come la rabbia, la paura, la follia: l’abisso dell’animo umano.

Barbara Politi

Commenti