“Nella tana del serpente” è un romanzo di Michele Navarra pubblicato da Fazi a giugno 2021. Siamo nella periferia sud ovest di Roma, tra i palazzi del Corviale, volgarmente chiamato “Serpentone”. Ringraziamo la casa editrice per la copia omaggio in digitale.
Trama de Nella tana del serpente
Il grigio del cemento sembra ricoprire non solo gli edifici ma anche i cuori rancorosi degli inquilini.
Quando un immigrato viene trovato morto, tutti gli indizi riconducono a lui: Elia Desideri, uomo dai modi bruschi e razzisti, a cui la vita non ha risparmiato sofferenze.
Elia si proclama innocente fin dal primo giorno. A difenderlo, l’avvocato Alessandro Gordiani a cui, invece, è richiesta l’abilità di districarsi tra degrado, omertà e miserie umane.
Matassa davvero ingarbugliata, difficile trovarne il bandolo.
L’inquietudine che si respira a pieni polmoni in ogni angolo dello stabile sembra però, derivare più che dal degrado stesso, che offre tuttavia buone motivazioni, dall’abitudine che i suoi inquilini hanno sviluppato ad una simile condizione.
Recensione
L’abitudine è un serpente costrittore che avvolge nelle sue spire i malcapitati. Chi per ignoranza o inettitudine ne è vittima è costretto alla resa e dunque all’accettazione incondizionata di qualsiasi stortura. Le motivazioni individuali sono disperate e a doppio filo legate a profondi drammi umani.
La linea di confine tra giusto e sbagliato è sottile, per nulla delineata e piuttosto sfumata. Non ci sono colpevoli che non siano in qualche modo assolvibili o innocenti che non siano condannabili. La criminalità scaturisce dal disagio e dalla completa mancanza di prospettive, la vita nel degrado porta inevitabilmente con sé un impoverimento dei pensieri . Gli individui sono impegnati in una strenua lotta per la conquista di un posto al sole, che sole non è.
Il testo è ben scritto, i personaggi altrettanto ben definiti .
La fotografia dei quartieri periferici, il Corviale in particolare, nitida e rappresentativa di una realtà disagiata e ai margini della società.