“Uno studio in rosso” – Arthur Conan Doyle


Voto: 4 stelle / 5

Uno studio in rosso” di Arthur Conan Doyle è il primo libro dell’autore scozzese (ma di origine irlandese) in cui si parla di Sherlock Holmes. Fu pubblicato nel Regno Unito per la prima volta nel 1887.

Questo romanzo uscì sulla rivista Beeton’s Christmas Annual insieme ad altri romanzi, ma qui non ebbe gran successo.

Fu pubblicato da solo l’anno successivo ed ebbe così maggiore fortuna.

In Italia usci per la prima volta nel 1901. E’ stato edito, tra gli altri, da Feltrinelli, De Agostini e da Mondadori.

Di Arthur Conan Doyle abbiamo recensito anche “Il mastino dei Baskerville“.

Trama di Uno studio in rosso

Siamo a Londra nel 1881 quando un medico dell’Esercito di Sua Maestà tale Watson rientra dall’Afghanistan e parla con un collega, dottor Stamford, per sapere se conosce qualcuno che possa avere bisogno di un coinquilino.

Per questo motivo il dottor Stamford gli parla di un personaggio un po’ strano un certo Sherlock Holmes che abita in Baker Street al numero 221B che è alla ricerca, per l’appunto, di un coinquilino.

Holmes fa il consulente per due investigatori di Scotland Yard e al momento sta seguendo un caso davvero particolare.

Un uomo di nome Enoch J. Drebber è avvelenato in un’abitazione abbandonata.

Sul luogo dove è stato avvelato, trovando così la morte, c’è una fede da donna, la parola vendetta (scritta in tedesco) col sangue e un biglietto con scritto: “J.H. è in Europa”.

Secondo Holmes l’anello è stato perso durante la colluttazione però, stranamente, a reclamarlo si presenta una donna anziana che dice che l’anello sia della figlia…

L’investigatore la segue per tentare di saperne di più però la perde di vista.

L’anziana donna era però un giovane.

Ed è così che tramite delle deduzioni logiche Sherlock Holmes arriverà a scoprire chi è l’assassino.

Io però non proseguo oltre altrimenti che gusto ci sarebbe a leggere il libro se ti svelo tutto quanto io?

Recensione

E’, forse, un’impresa ardua il voler parlare di un libro come questo tuttavia le imprese difficili mi piacciono perciò ci proverò.

Conan Doyle con questo libro crea quello che è chiamato il giallo deduttivo. E’ un apripista del genere.

Quello che mi è piaciuto, in modo particolare, del libro che non puoi leggerlo e non indagare (per lo meno provarci) con Sherlock Holmes.

Non puoi restare passivo nella lettura, ma diventi per forza di cose partecipe alle indagini.

Che tu riesca a capire chi sia il colpevole … beh quello è un’altra storia!

Alcune curiosità su Conan Doyle e Sherlock Holmes

Conan Doyle era un medico che ha iniziato a scrivere come passatempo perché si annoiava nell’attesa tra un paziente e quello successivo.

La famosa frase: “Elementare Watson” non è mai stata detta da Sherlock Holmes, ma risulta solo nella traduzione, a quanto pare non perfetta, italiana.

Se anche tu come me ami l’inglese e dopo aver letto il libro vuoi mettere alla prova la tua conoscenza dell’inglese e ti consiglio,quindi, di vedere il video (è reperibile anche su You Tube) del film diretto da Edwin L. Marin del 1933.

In alternativa, qui si può ascoltare in audiolibro.

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