“Amatissima” – Toni Morrison


Voto: / 5

Amatissima (titolo originale Beloved) è un romanzo della scrittrice afroamericana Toni Morrison, Premio Nobel per la letteratura nel 1993. Il romanzo venne pubblicato nel 1987 e vinse il premio Pulitzer nel 1988. Prende lo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto e riportato in un articolo pubblicato nel 1855.


Trama di Amatissima

copertina amatissima di toni morrison

Il 124 di Bluestone Rd, fuori Cincinnati, non è una casa “normale”. Ci vive Sethe con l’ultima nata: la quarta ed ultima figlia Denver e un fantasma, lo spirito di un’altra figlia morta in circostanze tragiche, come molti altri neri nel periodo della Guerra Civile americana. Sethe è una fuggitiva, una donna forte che non accettava la sua condizione di schiava e si è ribellata, mettendo in salvo se stessa e i suoi figli, ma che convive con un fardello doloroso. Finché al 124 si presentano prima Paul D – dal lontano passato – e poi Amata, una ragazza misteriosa; entrambi aiuteranno Sethe a liberarsi da quel passato doloroso.

 

Recensione

Forse per comprendere appieno Amatissima di Toni Morrison non basta una lettura, ce ne vorrebbero due, forse anche tre. Forse si dovrebbe leggere in lingua originale. Resta il fatto che anche alla prima lettura, si capisce di essere immersi in una lettura immensa, una storia che “non è una storia da tramandare” ma che durerà per sempre, che non dovrà mai essere dimenticata, non dovrà mai essere dimenticato come vivevano – anche se vivere non è il verbo esatto – le persone di colore negli Stati Uniti segregazionisti. 

È sempre difficile trovare le parole per un libro che profuma di capolavoro e di classico intramontabile, posso solo raccontarvi le mie sensazioni; vi posso dire che ho tremato di rabbia per le sopraffazioni che ho letto, ho sospeso più volte la lettura per metabolizzare le parole di alcuni passaggi. Ho visto l’odio dei bianchi e la compassione dei neri, ma ho visto anche la compassione dei bianchi e la freddezza dei neri. E ho pensato all Taijitu con lo  yin e lo yang, che è fatto proprio di quei due colori e li separa unendoli: nel bene c’è un po’ di male e nel male c’è un po’ di bene.

Nella disperazione e nel dolore della vita di Sethe si può vedere anche l’amore.

Non nascondo di aver avuto qualche difficoltà nella ricostruzione della storia, il ritmo narrativo è molto particolare: nei fatti del presente scivolano episodi del passato, a volte le situazioni sono solo accennate attraverso immagini che si definiscono nei capitoli successivi. Però ne vale la pena, davvero;  capisco perfettamente perché il Kirkus Review l’abbia definito un romanzo “maestoso, potente e complesso, con un impatto devastante.”

Ascoltate “House of the rising sun”, Duane Eddy. Mi chiederete perché? Avete visto “Selma – La strada per la libertà”? Ecco, se lo avete visto e sapete di che cosa parla, forse vi viene in mente anche questa canzone. Se non lo conoscete vi consiglio di guardarlo, perché, un centinaio circa di anni dopo la storia di Sethe, di Halle, dei Paul, la situazione delle persone di colore, negli Stati del sud, non era di molto migliorata.

Chiara Carnio

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