“Come un respiro” – Ferzan Ozpetek


Voto: / 5

Ferzan Ozpetek, regista e sceneggiatore di successo, si accosta per la terza volta al genere del romanzo dopo “Rosso Istanbul” (2013) e “Sei la mia vita” (2015) e ci regala misteri profondi e passioni intense tra passato e presente, tra Oriente e Occidente. “Come un respiro” è la storia di due sorelle, del loro legame unico e di un segreto inconfessabile che segnerà per sempre le loro vite.


Trama di Come un respiro

come_un_respiro_copertinaUna tranquilla domenica. Tre coppie di amici. Un pranzo da condividere insieme in allegria. Ma qualcosa di inatteso li sconvolge. Un’anziana donna bussa alla porta smarrita, dichiarando di aver abitato proprio in quella casa molti anni prima e si introduce nella vita di Sergio e Giovanna con il suo carico di mistero. La sua storia, custodita gelosamente in un fascio di lettere che porta sempre con sé, si intreccia così con quella dei sei amici, cornice inconsapevole di questa enigmatica vicenda, ognuno con i suoi piccoli segreti, con le sue piccole manie e gelosie da nascondere agli occhi del mondo. Pian piano la narrazione prende forma e, in maniera del tutto originale, attraverso le voci delle due protagoniste, entriamo a far parte della storia di due sorelle, Elsa e Adele, del loro legame profondo e del loro drammatico distacco.

La loro vicenda pone le basi negli anni Sessanta, percorre “come un respiro” cinquant’anni di vita tra Viterbo, Roma e Istanbul e approda tra le quattro mura di un appartamento del quartiere romano Testaccio.

“Ho cercato il mio posto nel mondo, ed era dentro di me: proprio qui dove mi batte il cuore, dove fluisce il mio sangue, dove respiro, piango e rido restando viva. Il mio destino sono io. Nel bene e nel male tutto quello che mi accadrà l’avrò voluto io.”

Il tema dominante del romanzo è l’amore, in tutte le sue sfaccettature, capace di sconvolgere la vita e dominare mente e cuore, capace di unire, ma anche di dividere. Quest’amore dirompente, totale, impossibile porterà con sé sogni, speranze, delusioni, rimpianti e il fardello di un terribile segreto.

Recensione

C’è un filo sottilissimo che lega passato e presente, intessuto di affetti, emozioni, passioni. Un filo talvolta indistruttibile, talvolta fragilissimo e pronto a spezzarsi per sempre. Lo sa bene Elsa, donna determinata, eccentrica, ricca di fascino. Lo sa bene sua sorella Adele, indurita dalle sofferenze che hanno accompagnato tutta la sua vita, decisa e sfuggente nello stesso tempo. Al centro un mistero che dura da cinquant’anni e che fino alla fine lascerà il lettore con il fiato sospeso. Sullo sfondo le meraviglie orientali di una Istanbul caotica, vivace, carismatica, con i suoi sapori e odori quasi percepibili, i suoi antichi haman e i suoi maestosi palazzi ottomani, raccontati da un sapiente uso del flashback.

“Quello in cui ho scelto di vivere è un microcosmo che è allo stesso tempo un non luogo e tutti i luoghi del mondo, un crocevia di storie, destini, casualità.”

L’opera nasce come un romanzo d’amore e, in un crescendo di emozioni e di suspense, si trasforma in un giallo trascinando con sé misteri e domande spesso senza risposta. La narrazione scorre in maniera fluida, con ritmo incalzante ed è condotta a due voci: da una parte c’è il racconto di Adele, che ripercorre la sua vita con amarezza e rimpianto, dall’altra aleggia la figura di Elsa attraverso le sue lettere da Istanbul, cariche di vita e di dolore.

“Ciò di cui tutti noi abbiamo bisogno, alla fine è solo la felicità.”

Fra le pagine il lettore attento riesce a distinguere il tocco inconfondibile del regista Ozpetek, che riesce a spostare l’attenzione sulla descrizione di un oggetto, di un paesaggio o sui gesti e sugli sguardi dei personaggi, che spesso costituiscono solo uno sfondo su cui si intravedono altre storie e altri mondi lontani e lasciano intuire quanto l’uomo possa essere forte e fragile nello stesso tempo, dominato da smisurate passioni e fugaci debolezze.

Una sottile malinconia pervade il romanzo e accompagna il lettore fino alle pagine finali, lasciando aperti molti interrogativi, ma riempiendo il cuore di emozioni e sensazioni uniche.

 

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