“Fuoco è tutto ciò che siamo” è il libro di esordio di Guido Saraceni, pubblicato da Sperling&Kupfer nel 2019.
Trama di Fuoco è tutto ciò che siamo
A capitoli alterni seguiamo Davide e Giulio nell’arco di una giornata. Hanno in comune la scuola di appartenenza, un liceo romano, ma sono separati dalle differenti età e dal loro rapporto con i social network. Davide, frequentante il quinto liceo, è sulla soglia dell’età adulta, mentre Giulio è un professore di storia e filosofia.
La loro giornata scorre in parallelo. Ma cosa succederebbe se si incontrassero?
Recensione
Le voci dei due protagonisti sono scattanti e diversificate abbastanza bene. Appare presto chiaro al lettore che è un paradosso affiancare un adolescente che non è sui social network a un adulto che ha migliaia di interazioni.
A metà libro si comprende che “Fuoco è tutto ciò che siamo” non è un romanzo che rispetta i canoni. Il climax che potremmo aspettarci, manca. O meglio, è procrastinato, ma quando arriva non è portatore di una rivelazione, però conferma un’opinione che già ci eravamo fatti.
Sembra un difetto, ma allo stesso tempo spinge a riconsiderare l’intera narrazione.
“Il filosofo è uno straniero, perché è ancora capace di stupirsi, e, dunque, di essere libero”
In fondo, il professore passa tutto il romanzo a rimarcare quanto la filosofia sia bella perché fine a sé stessa. Questo romanzo è altrettanto fine a sé stesso: specula continuamente sulle convenzioni sociali, le routine, il cinema, la pedagogia, la letteratura. Entrambi i personaggi hanno da dire, da pronunciare giudizi. Questo aiuta anche ad aprire uno scorcio sulle dinamiche adolescenziali, specie nell’era dei social network.
“Ecco, se almeno avessi un profilo potrei controllarti, come fanno tutte le mie amiche con i loro ragazzi (…) Promettimi che ti fai un account”
“Fuoco è tutto ciò che siamo” è una lettura in cui gli adolescenti possono sia riconoscersi, sia dare una chance in più agli adulti, e gli adulti possono guardarsi dal di fuori.
