Ha un titolo che sa quasi di Prévert, il nuovo libro di Mieko Kawakami “Gli amanti della notte”, pubblicato da Edizioni e/o nel 2023. Ho letto questo libro perché abbiamo partecipato alla lettura condivisa di febbraio dell’ #Universobooklub di Universo Letterario. Nel mese di marzo lo ha scelto anche il gdl “Leggendo il Giappone” di Chandra Baba.
Trama de Gli amanti della notte
Fuyuko, la protagonista de “Gli amanti della notte”, è una donna sola, che più sola non si può. Ha veri e propri blocchi comunicativi, un lavoro che non ha scelto lei, abiti scialbi e una vertiginosa propensione al silenzio. Anzi al mutismo.
Fa la correttrice di bozze per una casa editrice; dal lavoro in ufficio, ambiente in cui praticamente veniva bullizzata, è passata allo smart working. Questo termina l’opera di straniamento e di isolamento già iniziata dal suo difficile carattere e dall’alcol.
Quando è il momento di entrare in contatto con qualcuno che potrebbe renderla felice, vengono a galla tutte le sue problematiche.
Recensione
Le parti migliori de “Gli amanti della notte” sono quelle che si affacciano nella solitudine della protagonista: qui troviamo un’intimità e una tinta pastello che accarezzano gli occhi.
“Non ero abituata ad assistere al tramonto nei grandi quartieri del centro, e avevo la netta sensazione che tutte le persone che mi circondavano non fossero sole: gente che aspettava o andava incontro a qualcuno, gente che andava a cena insieme, gente che andava o tornava da qualche parte. Loro insieme, e io da sola.”
Il problema, con questo libro, è nel contorno. Tutti i personaggi che hanno a che fare con Fuyuko, sia maschili sia femminili, sembrano avere tantissime opinioni non interessanti da dire. Probabilmente rientra nei loro caratteri, e altrettanto probabilmente rientra nella legge di compensazione secondo cui qualcuno di silenzioso tende ad accompagnarsi con qualcuno di prolisso.
Il punto è che queste persone fanno dialoghi assolutamente noiosi, anche descritti nei minimi particolari, perfino la mano che viene agitata per salutare.
Ora. Capisco che la protagonista è una donna molto sensibile e delicata e che quindi questi dettagli, questo continuo asciugarsi di bocche, questi incontri poco significativi e autoconclusivi, come il pasto con l’ex compagna di scuola, possano avere un impatto molto forte su di lei… ma non lo ha sempre su di noi.
Cechov diceva che non compare una pistola in scena se non deve sparare. In questo libro mi sembra che di pistole che non sparano ce ne siano molte.
Eppure, se vi sono piaciute storie come “Eleanor Oliphant sta benissimo” vi piacerà anche “Gli amanti della notte”. Considerate anche che il finale non è scontato, e questo è un aspetto a favore.