“Il catino di zinco” – Margaret Mazzantini


Voto: / 5

Chi ha già letto qualche testo di Margaret Mazzantini conosce lo stile inconfondibile, la scrittura che spesso è un pugno allo stomaco con la sua spietata, sincera crudezza. Dopo aver letto alcuni suoi libri, ho voluto andare alle origini, cercando il primo romanzo perché mi affascina il percorso di uno scrittore, o scrittrice, capire da dove sia partito /a, cosa abbia cambiato lungo il percorso. “Il catino di zinco” è stato pubblicato da Marsilio nel 1994 e riproposto dalla Mondadori dal 2013.


Trama de Il catino di zinco

il-catino-di-zinco-copertinaE’ la storia di una donna, la nonna della narratrice, vista in tutto l’arco del suo tempo: dalla nascita ai primi del 900, fino alla morte.
Personaggio complesso, dalle grandi sfaccettature, a tratti attira la simpatia del lettore per la sua semplicità, la concretezza, per poi scostarlo bruscamente con il suo fare dispotico.
Tutta la sua vita, le sue azioni sono un adeguarsi ai cambiamenti che l’epoca di grandi, continue trasformazioni in cui è vissuta ha portato con sé. E questa è l’indubbia forza di questa protagonista: adattarsi senza cambiare le proprie idee, il proprio sentire, superare le sofferenze senza soccombere.
Quel suo catino di zinco l’accompagna in tutta la vita, svolgendo funzioni diverse, simbolo concreto di un inizio arcaico.

Recensione

Credo si possa affermare che si ritrova in questo libro la stessa intensità che abbiamo riscontrato nel più famoso “Non ti muovere”, anche se l’ambiente, i personaggi, la trama sono molto più contenuti.
Una nota va fatta alle descrizioni, all’accuratezza estrema dei particolari, sia che riguardino le persone che gli ambienti. Alla fine di una pagina capita che si abbia voglia voglia di rileggere quanto sopra, tale è l’abilità linguistica che traspare.
Si ha a volte l’impressione che la scrittrice giochi a manipolare le lingua, ad inventarsi peripezie linguistiche, alla ricerca di tutti i termini possibili, non disdegnando i più aspri, come se avesse un bersaglio davanti: il lettore da stupire. E ci riesce.

Loretta Casagrande

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