“Inferno” è il sesto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown e il quarto con protagonista Robert Langdon, pubblicato il 14 maggio 2013 in contemporanea in quasi tutto il mondo. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “La verità del ghiaccio” (2001).
Trama di Inferno
L’autore prende in prestito l’immortalità della Divina Commedia di Dante e ne fa l’impalcatura di ogni capitolo. Le parole del Sommo Poeta sono l’unico indizio che aiuterà la mente brillante del professor Robert Langdon a dipanare la contorta matassa degli eventi. Teatro di gran parte delle vicende sono due città d’arte italiane, Firenze e Venezia, dove una rocambolesca caccia all’uomo prende corpo tra pregevoli cartoline impreziosite da nomi di artisti come Vasari e Botticelli.
Un’amnesia, delle inquietanti visioni, pezzi di un rompicapo da assemblare nell’urgenza di una imminente minaccia per l’intera umanità, con l’aiuto di Sienna Brooks, una giovane dottoressa premurosa quanto misteriosa.
Recensione
Le descrizioni di bellezze storiche e culturali sono sapientemente integrate al ritmo adrenalinico che domina nella trama, dove complici e avversari si scambiano in frequenti colpi di scena.
Può un genio eludere il suo destino di solitudine? Bene e male sono davvero così diversi? Queste sono le domande ispirate dalla lettura.
Lo stile semplice e telegrafico, perfetto per narrare una storia d’azione, non ha lasciato spazio alla profondità lirica che tanti lettori apprezzano. Dan Brown sa come intrattenere, e come invogliare il lettore ad approfondire la conoscenza del nostro patrimonio culturale, ma non è stato capace di accendere la scintilla di profonda empatia che rende uniche le grandi storie.
È un romanzo di evasione, senza troppe pretese. I riferimenti al flagello della peste medievale e alla minaccia di una catastrofe sanitaria lo rendono poco adatto al momento pandemico che stiamo vivendo
Valentina Becattini
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Il romanzo è un continuo susseguirsi di colpi di scena, e Dan Brown mostra tutta la sua maestria nel riuscire a tenere incollato il lettore al libro arricchendo le pagine di suspense. Le storie che vengono inserite in parallelo a quella di Langdon (il rettore, la killer Vayentha, la direttrice dell’OMS, l’ingegnere genetico Zobrist, ecc.) aiutano a tenere alta la tensione anche nei momenti in cui le digressioni culturali tendono ad apparire un po’ troppo stucchevoli. L’autore alcune volte si sofferma con minuziosità su rimandi artistici, riferimenti storici e letterari, e il lettore tende un po’ a stancarsi quando queste digressioni cominciano ad ad essere troppe.
La parte che forse colpisce più del libro è l’abilità di Dan Brown nel dipingere una realtà che poi si svela essere totalmente diversa; una trama per niente scontata, che cambia continuamente direzione e dai risvolti imprevedibili.
I personaggi che popolano il libro sono ben caratterizzati, anche se a tratti sembrano mancare di pathos…una caratteristica che comunque spesso accomuna chi scrive thriller, i quali si soffermano molto sulla suspense tendendo a tralasciare spesso l’aspetto emotivo dei personaggi. In “Inferno” in più si ripete un pattern già visto: Sienna è la tipica donna avvenente e solitaria, asociale e intelligente che troviamo già in “Il codice Da Vinci” e in “Angeli e demoni”, uno schema che si è ripetuto fin troppo in Dan Brown e che ha un po’ stancato.
Il libro vale comunque la pena di essere letto, e non è un caso che il New York Times lo abbia messo per un po’ di tempo in classifica tra i migliori best seller…del resto, quando sei già stato sul carro dei vincitori, è più facile salirci.