“La luce tra le mani” – Adriano Francia


Voto: 5 stelle / 5

Giallo, mistero e non poca violenza, nei primi del 1600, durante la spedizione delle truppe del Ducato di Savoia nel territorio monferrino. Autore del romanzo un manager aziendale in Alto Adige, ricercatore delle vicende storiche dell’area natale piemontese e per la prima volta narratore appassionato. “La luce tra le mani. Un ladro, un convento e una città assediata” segna il debutto di Adriano Francia, originario di Nizza in provincia di Asti. Suo il bel volume pubblicato dalla Tipografia Editrice Baima & Ronchetti, nella collana Biblioteca degli scrittori piemontesi (Castellamonte, Torino, ottobre 2021, 295 pagine, 15 euro).

Trama di La luce tra le mani

Il miracolo della lampada a Nizza Monferrato, assediata nel 1613. Si accese senza stoppino la notte del 12 maggio, nella Cappella di San Carlo, davanti alle donne e bambini in preghiera nella vecchia chiesa di San Francesco. Dopo dodici giorni, gli assedianti tolsero il campo e la città fu salva.

Vicende storiche di Nizza Monferrato

L’Astigiano è investito da uno dei tanti conflitti che hanno insanguinato la penisola e ostacolato per secoli qualsiasi progetto unitario. Alla base della guerra di successione tra Savoia e Gonzaga, una vicenda dinastica complicata. Il Monferrato, zona di transito tra i passi alpini e la pianura padana, era stato affidato dalla Spagna al Duca di Mantova. Alla morte di Francesco IV senza eredi maschi, Carlo Emanuele I rivendicò il feudo al suo Ducato, per la nipote Maria, figlia dello stesso Gonzaga. Dopo avere espugnato Alba, le milizie del Savoia posero l’assedio a Nizza il 12 maggio 1613, ma il 24 dovettero ritirarsi, per il sopraggiungere di Spagnoli eMantovani.

La storia non è tempo perso

Non è mai tempo perso” quello speso tra le pagine di un libro: Adriano Francia ha reso la passione per lettura e la storia locale molto più di un passatempo. Su Facebook spiega che il progetto di rinfrescare una pagina di storia, in un Piemonte devastato da miseria, guerra e malattie, è nato durante il lockdown imposto dal Covid. Chiuso in casa, si è ritrovato tra le mani appunti annotati un quarto di secolo prima e ha provato a portare a termine quel proposito, risalente ai suoi quarant’anni.

Pubblicare un libro è un’emozione molto forte, il coronamento di un sogno

Il romanzo è diventato lentamente sempre più suo. Ha compiuto un viaggio nel tempo: è stato “molte ore in quel lontano 1613”, tra i personaggi descritti nella storia. Con i loro occhi ha visto la città di Alba distrutta dalle truppe di Carlo Emanuele di Savoia. Con le mani dei più perfidi ha dovuto commettere atti esecrabili contro la popolazione, gli anziani, le donne, senza risparmiare religiosi e religiose. Quasi un’anticipazione del Sacco di Roma di lì a diciassette anni, su scala minore ma non per brutalità. E pensare che a commettere le violenze nella città pontificia saranno in parte gli spagnoli, che per i nicesi erano stati invece i “salvatori”.

Miracolo nella città assediata

Con alcuni dei suoi protagonisti, ha percorso i vicoli di Nizza circondata, ha calpestato i pavimenti della chiesa di San Francesco, l’attuale San Giovanni in Lanero, illuminata dalla lampada del miracolo di san Carlo. Si augura che i lettori vogliano condividere la scoperta di luoghi ora scomparsi e rivivere avvenimenti sorprendenti, decisamente degni di un romanzo. Prima, ha dovuto condurre un’accurata ricerca storica, su testi antichi, monografie e opere storiografiche.

In un lavoro del 1604 sulle città e castelli del Monferrato, il cancelliere del Senato di Casale Evandro Baronino descrive così Nizza della Paglia, com’era chiamata per i caratteristici tetti di stoppie.

Terra grossa e importante, posta in fertilissimo sito, circondata da muro per la più parte, eccetto in alcuni luoghi, che è serrata da un terrapieno, solita in caso di sospetto di guerra a guardasi con un presidio. Fa fuochi 188, bocche 2131, soldati 339…”.

Nella Nizza sotto assedio, i rinforzi avevano elevato il numero dei combattenti ad almeno seimila. Militi di mestiere e mercenari rotti ad ogni crudeltà, scritturati dall’autore insieme a cittadine e cittadini come attori, generici e comparse delle vicende che porteranno alla notte del miracolo della lampada di San Carlo.

Ecco i personaggi

Quelli di “La luce tra le mani” sono personaggi inventati e reali. Di fantasia quelli funzionali alla narrazione, storici quelli legati alle vicende. È sempre Adriano Francia a presentarne alcuni. Ariele, un ladro che vive di espedienti e si nasconde spesso sotto una tonaca, entra nel convento francescano e si finge ferito in battaglia per rubare. Ma la guerra scoppia davvero e l’assedio lo restringe dentro Nizza. Tra i francescani, spiccano l’arrivista vicario Gerardo, il padre guardiano Alessandro, il farmacista del Convento Fra Matteo. È cruciale la vice badessa della Santissima Annunziata sorella Clara. È centrale Milo, detto Baget, un ragazzino sveglio (altrimenti, difficile cavarsela). E tanti altri: il governatore inviato dalla capitale monferrina Casale, il podestà ed ufficiali amici e nemici.

Recensione

La domanda di rito in queste recensioni è sempre la stessa: consigliereste la lettura? La risposta è sì, senza il minimo dubbio, perchè si ritrova di tutto: storia, fantasia, giallo, colpi di scena, anche la violenza, purtroppo, come si è detto.

Ci sono fatti bellici che Adriano ha dovuto sviluppare con la precisione che si era prefisso. E c’è tanta storia dei territori, che i giovani dovrebbero conoscere, ma che ora si fa di tutto per non insegnare più. Senza la storia del Monferrato, questo libro sarebbe un fantasy. E senza la Storia, tantissime città italiane sarebbero private del fascino del passato di cui sono testimoni eccellenti.

“La luce tra le mani” è un romanzo da leggere. Consigliato!

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