Come ho conosciuto “La neve tra le dita”? Nonché Indira Fassioni? Beh, io essendo molto fatalista, un giorno scorrevo le pagine di Linkedin e ad un tratto un flusso invisibile ma intenso mi ha condotto al post di Indira Fassioni dove informava a tutti gli utenti che aveva scritto questo romanzo dopo aver contratto il Covid nella sua forma più dura, ricoverandosi in ospedale. Il libro non ha un prezzo imposto ma prevede una libera donazione il cui ricavato va al Reparto Tumori dell’Ospedale di Milano. È pubblicato dalla casa editrice Rosa Spinto nel 2021.
Non appena ho letto tutto questo e ho ammirato la copertina che ha un potere assurdo di entrarti dentro come se fosse un’ iniezione di purezza, ho capito subito che dovevo leggere questo racconto, volevo a tutti i costi conoscere l’emotività di questa donna. Inoltre, ho avuto l’onore di essere invitata alla sua presentazione online e questo mi ha aiutata a comprendere molti particolari che mi erano sfuggiti per la foga di leggere e assecondare questa mia accanita curiosità.
Una carezza sensuale per le nostre anime dal palato fine. Ecco, così io definirei la storia.
Trama di La neve tra le dita
Tutto incomincia con la descrizione di Patrice e poi di Sefora, due persone diverse tra loro ma molto legati da un amore misto a passione che da vita ad un erotismo “nuovo” diverso e mai volgare. Durante la lettura, gli occhi sono puntati tutti su di loro e sulla quotidianità di Sefora molto colorata e contornata di amici, buon vino e gli immancabili biscotti a forma di cuore della mattina accompagnati da caffè americano fumante. Una quotidianità quasi protettiva oserei dire, perché ti assicura sempre ogni cosa al suo posto anche quando sei costretta ad attraversare momenti bui o difficili destabilizzanti. Un esempio è quando la protagonista passa l’ennesima notte insonne e decide di accendere il ferro da stiro per passare il tempo e non pensarci e giunge l’alba in tutto il suo splendore.
L’alba stava nascendo ed era un vero spettacolo, bello da piangere. E infatti ogni volta Sefora si emozionava, si commuoveva alla vista dei primi raggi del sole […].
L’amore e la passione di Patrice e Sefora sembrano indistruttibili, ma come spesso accade nella vita reale, l’apparenza può ingannare. Cosa accadrà ai loro destini?
Recensione
Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo perché è un inno alla bellezza della Vita.
Ogni capitolo ha una particolare caratteristica, ossia è introdotto sempre da una canzone. Ciò denota l’importanza che ha il ruolo della musica nella vita dell’autrice. Tra l’altro durante la sua presentazione del libro, lo ha proprio detto che non riesce ad immaginare un solo momento di vita senza le note di una canzone. Ancora una volta sembra voler celebrare la bellezza della Vita, vivendola appieno, soddisfacendo tutti i nostri sensi (udito, olfatto, palato, vista e tatto).
Volevo lasciare qualcosa di me per ricordarmi che ne sono uscita indenne. Anche questa volta.
Questa frase la riscriverei all’infinito a caratteri cubitali perché è l’essenza della forza che noi umani possiamo sprigionare ma che ci dimentichiamo spesso di avere.
Quanto c’è di Indira in Sefora? Beh credo che ne resterà un piacevole mistero..
Chissà quando torneremo a goderci le cene tra amici in casa o le passeggiate tra i mercatini del Natale per lo shopping natalizio?! Al momento ci pensa Sefora a farcelo immaginare.
“Piccola sono qui”. Le sue mani erano sporche del sangue fresco dell’amata, cieco di dolore ne portò una vicina alla sua bocca e la leccò, sapeva di zenzero e cannella. Sefora era distesa sul ciglio della strada, con gli occhi chiusi, nelle mani dalle unghie smaltate di rosso aveva un po’ di neve tra le dita.
P.S. Ricevere una copia del libro con la dedica dell’autrice non ha prezzo!
Buona lettura
Annalaura Diviccaro