“Trimalcione e il mistero di Plinio” di Armando Carravetta (Aporema edizioni, luglio 2020) è ambientato nel 79 d.C., nei giorni dell’esplosione del Vesuvio.
Trama di Trimalcione e il mistero di Plinio
Il ricco liberto Gaio Marcione si trova con i suoi amici su una lussuosa terrazza affacciata sul Golfo di Napoli e assiste in diretta al tragico e inaudito disastro naturale. Poco più tardi viene contattato dal vice prefetto della flotta a Miseno per essere messo a parte di una possibile congiura ordita ai danni dell’imperatore Tito. Parte così la sua avventura, tra i quartieri malfamati di Puteoli, la costa napoletana e le macerie di Pompei ed Ercolano, per risolvere un mistero che coinvolge anche il famoso letterato Plinio il Vecchio.
Recensione
“Trimalcione e il mistero di Plinio” è un singolare romanzo storico, con una trama abbastanza semplice ma originale, per molti versi incisiva e soprattutto istruttiva. Non è infatti scontato che il lettore possa ricavare da un libro del genere informazioni storiche pertinenti. In questo caso, l’autore è bravo a mostrarci da molto vicino, proprio a livello strutturale, il destino di Pompei ed Ercolano, le città distrutte dall’eruzione, e a farci comprendere in che modo, spesso contraddittorio, gli antichi hanno vissuto quei terribili momenti.
Il protagonista scelto dall’autore è un personaggio noto della letteratura latina, un vero e proprio eroe decadente, ossia quel Trimalcione che abbiamo conosciuto nel Satyricon di Petronio, anche se qui non siamo più al cospetto di un uomo ridicolo, ignorante e arrogante…
Armando Carravetta ha provato a riabilitare il personaggio e a immaginarlo come un uomo un po’ sopra le righe ma non cattivo né depravato. Potremmo definirlo un simpatico e “moderno” affarista, che conosce bene il mondo con i suoi difetti, e non è facile a scandalizzarsi.
Il romanzo è quasi sempre piacevole. L’unica pecca evidente sta nel largo spazio concesso alle descrizioni tecniche, specie riguardo gli espedienti messi in atto dai soldati per affrontare il terreno ardente e superare la lava.
Pietro Momesi