“La stanza delle illusioni” – Diego Pitea


Voto: 5 stelle / 5

“La stanza delle illusioni” è un giallo classico in stile moderno firmato da Diego Pitea e pubblicato da Altrevoci edizioni nel 2021

Trama de La stanza delle illusioni

Roberto Calli, avvocato penalista di Roma, si rivolge a Richard Dale, psicologo con la sindrome di Asperger, per conto dell’amico e cliente, il finanziere di nome Cesare Borghi.

All’uomo, dal passato misterioso, vengono infatti indirizzate delle lettere anonime nelle quali si preannuncia la sua morte.
Sembra un caso banale e Richard è restio ad accettare ma, prima di congedare Calli, nota un’incongruenza: l’indirizzo nelle buste che l’avvocato ha portato con sè è scritto a mano e la scrittura sembra quella di un bambino. Due elementi strani per una mente sempre alla ricerca di misteri come la sua. Parte così un caso che lo porterà (lui e Monica, la moglie) in una villa isolata sulle Dolomiti insieme alle perosne che gravitano all’ombra di Borghi.

In quei pochi giorni accadranno avvenimenti sconcertanti ed apparentemente inspiegabili: un uomo che cammina in piena notte con una scala in mano, un anello con un’iscrizione misteriosa, un ritaglio di giornale di trent’anni prima, un quadro famoso che sembra celare un segreto. Non ultima, la sfida intellettuale più ardua per un investigatore: un omicidio compiuto in una camera chiusa dall’interno. Sono questi gli enigmi con i quali dovrà scontrarsi Richard Dale per venire a capo di un caso che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro di Agatha Christie.

Recensione

Un libro ben congegnato, il cui meccanismo scorre come un motore perfettamente oliato.
La prima parte de “La stanza delle illusioni” è più descrittiva ma certo non noiosa: i i personaggi vengono presentati in maniera vivida, come fossimo in un film, tanto che possiamo immaginarceli come se li vedessimo agire davanti a noi.

Nessuno di loro è stereotipato pur essendo i ruoli quelli classici del giallo. Ecco allora il triangolo amoroso; il maggiordomo anziano e servizievole; il segretario giovane ma adombrato dall’uomo di ptere; l’avvocato senza scrupoli, le femmes fatales (bionda e bruna)…
La bravura di Diego sta nel dare spessore ad ognuno di loro, nel rendere ragione dei loro caratteri, delle motivazioni che li portano ad agire in un determinato modo seguendo il “criterio” tanto caro ad Agatha Christie: ciò che determina l’agire dell’uomo è sempre da ricercare fra denaro, invidia, gelosia, ossessioni amorose e vendetta.

Eppure la miscellanea che viene qui creata è gestita in maniera magistrale: gli intrecci non sono così scontati, i segreti insoliti, i ricatti inusuali.
Al contrario la seconda parte scorre come un film di azione, dove i colpi di scena si susseguono a ritmo serrato portando il lettore a trattenere il fiato, nella speranza che tutto vada per il meglio. Fino alle scene finali, con un rocambolesco inseguimento nella neve che sarebbe stato benissimo in un film di Hitckcock. E lì l’autore mostra tutta la sua bravura creando un finale adrenalico ma anche emozionante con un coup de theatre magistrale che lascia sorpresi e soddisfatti.

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La bellezza, almeno per me, di questo libro sta nel fatto che l’autore gioca ad armi quasi pari con il lettore: gli indizi sono tutti lì, presenatti in maniera chiara, senza giochi di prestigio fantasiosi o rivelazioni dell’ultimo minuto. La vicenda si svolge sotto i nostri occhi, siamo tutti Richard, non c’è inganno. Sta a noi usare il cervello come Richard e giungere all’esatta collocazione dei pezzi del puzzle.
Altra chicca imperdibile poer gli amanti del giallo “alla Agatha” è la rivelazione del colpevole agli ospiti della villa. Questa avviene in perfetto stile Christiano. Radunati nel salone, ogni possibile ipotesi è vagliata da Richard che vuol provocare una reazione nel colpevole. Ogni indizio è collocato al suo posto per disegnare il piano dell’omicida. Nulla resta sospseso, ogni enigma è chiarito e, chiuso il libro, ci si sente soddisfatti perchè tutto è chiarito.

Aggiungo anche che finalmente ho letto un libro molto accurato dal punto di vista linguistico e stilistico. Appare evidente la mole di ricerche fatte dall’autore per scegliere le parole da mettere in bocca ad ogni personaggio, adeguando il registro ad ognuno di loro, creadno un perfetto accordo fra personaggio, stile di vita, esperienze e modo di esprimersi.

Simona

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