“L’abbandono” è il nuovo libro di Valentina Durante, pubblicato ad aprile 2024 da La nave di Teseo. Valentina Durante è docente nella Bottega di narrazione.
Trama de L’abbandono
Sono ventitrè anni che la famiglia della protagonista è sfrangiata. Suo padre e sua zia hanno dovuto separare lei e suo fratello, quindi i due sono cresciuti separatamente. Più o meno.
“Se oggi penso a ciò che io e mio fratello al tempo eravamo l’uno per l’altra, mi viene in mente questa immagine: due scalatori sorpresi dalla bufera che, trovato riparo sotto un costone di roccia, si stringono come meglio possono per non morire assiderati.”
“L’abbandono” è un romanzo sulle relazioni tossiche e sulle piccole manie che diventano ossessioni. Abbiamo un padre fissato con i dossier, una figlia che non toglie mai i guanti, un figlio manipolatore, una zia che fa il meglio che può. Non è una “semplice” famiglia disfunzionale, è il punto di incontro di imperfezioni e degenerazioni.
Lascio scoprire a voi se i personaggi siano destinati o meno a caracollare verso le loro infelicità o se anche per loro c’è speranza.
Recensione
Il tono asciutto e disarmato della voce narrante introduce sin da subito il lettore in una dimensione famigliare rassegnatamente lenta e ripetitiva. Siamo in un limbo tra malattia e salute, tra ossessione e razionale. La storia poi vira quasi impercettibilmente verso l’interno. Piano piano scopriamo il segreto della protagonista, intuiamo che le sue fragilità vengono in gran parte da una dipendenza affettiva.
“Mio fratello non conosce che due modi dell’affetto: la gabbia, oppure l’abbandono”
L’istinto di chi legge “L’abbandono” è, a mio parere comprensibilmente, esprimere un giudizio morale. Consiglio invece di sospenderlo, di allargare lo sguardo e di apprezzare questo romanzo nel suo valore universale: c’è possibilità di equilibrio per un rapporto tossico? O, al contrario, c’è un miraggio di liberazione? Valentina Durante sembra esplorare queste risposte, nelle sue pagine, mentre la protagonista metabolizza la nostalgia e non riesce a vivere appieno le nuove relazioni. Anche noi, se ci saremo lasciati andare, scopriremo di aver lasciato la semplice lettura superficiale e di essere scesi insieme alla voce narrante più in profondità, in posto molto vicino all’inferno delle decisioni, al magma delle ferite ancora aperte.
“L’ho assecondato in tutto, arrivando ad amarlo come solo puoi amare qualcosa che sai esserti nocivo, e che pure non puoi respingere se non a patto di stravolgere l’idea che hai di te stessa.”
Il punto di forza de “L’abbandono” è nella scrittura di Valentina Durante, elegante e intensa. L’utilizzo, seppur moderato, del flusso di coscienza può disorientare il lettore distratto per l’andirivieni temporale, ma in realtà si fa presto a sintonizzarsi sul suo ritmo. Molto interessante il doppio finale! Scopro così la qualità di un’autrice che finora seguivo solo sui social, ma di cui mi ero già procurata un altro libro che presto leggerò.